Infertilità: nel mondo ne soffre una persona su sei

Il rapporto

Infertilità: nel mondo ne soffre una persona su sei

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Immagine: Silviu on the street da Pixabay
di redazione
Oms, l’enorme percentuale di persone colpite mostra la necessità di ampliare l'accesso alle cure per la fertilità e garantire che questo problema non sia più escluso dalla ricerca e dalla politica sanitaria

Laxmi vive in un quartiere povero di un Paese a reddito medio-basso. Dopo cinque anni di tentativi, non riesce a rimanere incinta. Visita medici, cliniche, fino ad arrivare addirittura a rivolgersi a templi e leader religiosi. «Ho rinunciato alle cure mediche. Ora spetta a Dio».

Nel frattempo, suo marito non si è sottoposto ad alcun test per valutare se stava contribuendo alla loro incapacità di ottenere una gravidanza. Mentre l’infertilità della coppia ha portato Laxmi a essere etichettata come una portatrice di sventure.

È con la storia di Laxmi (che è un nome di fantasia) che l’Organizzazione Mondiale della Sanità introduce il nuovo rapporto sull’infertilità. «La storia di Laxmi non è isolata; è condivisa da milioni di persone in tutte le regioni del mondo. In tutti i Paesi e le culture: la mancanza di informazioni accurate basate sulle prove scientifiche, insieme alle pressioni socio-culturali per avere un figlio e il conseguente stigma associato all'incapacità di averne uno, causa gravi problemi di salute mentale e benessere, che sono spesso neanche dichiarati, figuriamoci affrontato», scrive l’Oms. «Inoltre, come nel caso di Laxmi, il fardello e la colpa dell'infertilità ricade spesso solo sulle donne, aumentando la complessità, anche se l’infertilità può essere causata da fattori maschili, femminili o inspiegabili».

Il rapporto stima che circa il 17,5% della popolazione adulta nel mondo, vae a dire 1 persona su 6, soffre di infertilità. Non ci sono inoltre differenze sostanziali tra i Paesi ad alto, medio e basso reddito. 

«Il rapporto rivela un’importante verità: l'infertilità non discrimina», ha affermato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. «L’enorme percentuale di persone colpite mostra la necessità di ampliare l'accesso alle cure per la fertilità e garantire che questo problema non sia più escluso dalla ricerca e dalla politica sanitaria, in modo che siano disponibili modi sicuri, efficaci e convenienti per ottenere la genitorialità per coloro che lo cercano”. 

L'infertilità viene definita come il mancato raggiungimento di una gravidanza dopo 12 o più mesi di rapporti sessuali regolari non protetti. 

La medicina ha offerto numerose soluzioni al problema, tuttavia le tecnologie di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro (IVF) in molte parti del mondo - e non solo nei Paesi più poveri - sono inaccessibili per gran parte della popolazione a causa dei costi elevati, dello stigma sociale o della disponibilità limitata.

Attualmente, nella maggior parte dei paesi, i trattamenti per la fertilità sono in gran parte a carico dei cittadini, con il risultato che molti non possono permetterseli o vanno incontro a costi che rischiano di catapultarli nella povertà. 

«Milioni di persone affrontano costi sanitari catastrofici dopo aver cercato cure per l'infertilità, rendendo questo un importante problema di equità e, troppo spesso, una trappola che porta alla povertà per ragioni mediche per le persone colpite», ha affermato Pascale Allotey direttrice del Sexual and Reproductive Health and Research dell’Oms. «Migliori politiche e finanziamenti pubblici possono migliorare significativamente l’accesso alle cure e proteggere le famiglie più povere dal cadere in povertà».