Influenza. Gli italiani: adulti e (poco) vaccinati

L'indagine

Influenza. Gli italiani: adulti e (poco) vaccinati

di redazione

Otto italiani su dieci sanno che esiste il vaccino per proteggersi dall'influenza stagionale, ma solo tre su dieci lo fanno.

È uno dei risultati dell'indagine “Il vaccino antinfluenzale: consapevolezza, credenze, comportamenti degli italiani” condotta nei mesi scorsi da IQVIA su un campione di mille persone con lo scopo di “fotografare” la percezione, il livello di consapevolezza e i comportamenti in materia di vaccinazione antinfluenzale della popolazione adulta tra 18 e 59 anni.

L’influenza colpisce circa 1 miliardo di persone al mondo ogni anno. Secondo l'indagine IQVIA, la quasi totalità degli intervistati dice di aver avuto l’influenza almeno una volta nella vita, con una durata media di una settimana, e la metà circa riconosce l’influenza come una condizione di rischio da cui proteggersi. Solo poco più di uno su tre, però, teme veramente di esserne colpito durante la stagione invernale.

«ll reale “burden” medico, sociale, economico di questo virus e tutte quelle che sono le sue conseguenze è fortemente sottostimato» osserva Giovanni Gabutti, coordinatore del Gruppo di lavoro Vaccini e politiche vaccinali della Società di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti). L’influenza colpisce tra 40 e 50 milioni di persone in Europa ogni anno, causando anche conseguenze gravi fino ad arrivare alla morte per un numero stimato tra 15 mila e 70 mila. «Sebbene il 90% dei decessi si verifichi in soggetti over 65 – precisa Gabutti - risulta fondamentale aumentare la conoscenza in merito a questo virus fra i giovani e gli adulti, e rendere noti gli strumenti che abbiamo a disposizione per prevenire, prima che curare, la malattia, riconoscendo il valore che assume la prevenzione in questo contesto».

Sebbene ci sia un alto livello di conoscenza rispetto alla vaccinazione antinfluenzale, sono poche le persone che si attivano per proteggersi: L’83% della popolazione conosce questa possibilità, ma soltanto il 28% lo ha fatto almeno una volta nella vita, con un 15% che lo ha effettuato lo scorso autunno. La principale barriera alla vaccinazione è il mancato timore dell’influenza: quasi la metà di coloro che non si sono vaccinati l’anno scorso sostiene di non prendere mai l’influenza o di prenderla in una forma lieve che è possibile gestire in autonomia. Un italiano su cinque, però, mostra un atteggiamento di incertezza nei confronti del vaccino.

Il 44% di coloro che si sono vaccinati almeno una volta dichiara di avere approfondito il tema del vaccino antinfluenzale con il proprio medico di famiglia. Quest'ultimo è il referente da cui solitamente si apprendono le informazioni e per il 56% degli intervistati è anche colui che ha effettuato la vaccinazione.

Quattro italiani su dieci sanno che oggi è possibile vaccinarsi anche in farmacia. Un terzo è molto interessato a questa possibilità, mentre il 25% di coloro che si sono vaccinati in passato dichiara di avere effettuato già la prenotazione del vaccino in farmacia.

«L’opportunità di farsi vaccinare contro l’influenza dal proprio farmacista di fiducia può contribuire ad aumentare l’adesione all’immunizzazione per coloro che fino a questo momento non hanno pensato di vaccinarsi regolarmente», sottolinea Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi).

Per Viatris, l'azienda che ha promosso l'indagine, «la diffusione della vaccinazione antinfluenzale in tutte le fasce della popolazione» è «fondamentale per tutelare maggiormente la salute dell’intera comunità e soprattutto dei più vulnerabili» dice Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris Italia. «È per noi cruciale collaborare con tutti gli interlocutori del sistema salute – aggiunge Torriglia - al fine di garantire alle persone un più facile e intuitivo accesso sia alle informazioni corrette sia alla vaccinazione. È proprio grazie al lavoro congiunto con Istituzioni, Associazioni, Società scientifiche e professionisti della salute che possiamo avere un impatto concreto sulla salute pubblica e supportare la sostenibilità del sistema sanitario».