Long Covid: 27 milioni di persone hanno problemi di olfatto e gusto
Se ne capisce davvero l’importanza solo quando si perdono. È quello che dicono dell’olfatto e del gusto i pazienti che a causa di Covid-19 non riescono a percepire gli odori o i sapori, oppure li percepiscono in maniera distorta. Molti di loro, soprattutto donne, restano in questa condizione a lungo, per sei mesi se non oltre. Secondo un recente studio pubblicato sul British Medical Journal almeno 27 milioni di persone hanno sperimentato difficoltà nel sentire o distinguere odori e sapori compromettendo la possibilità provare sensazioni piacevoli con un impatto notevole sulla qualità di vita. I ricercatori hanno raccolto i dati di 18 studi osservazionali che hanno coinvolto in tutto 3.700 pazienti. Dall’analisi è emerso che la perdita dell’olfatto persiste nel 5,6 per cento dei pazienti mentre il 4,4 per cento non recupera del tutto il senso del gusto. Dopo 30 giorni dall’infezione solo il 74 per cento dei pazienti ha affermato di aver recuperato il senso dell’olfatto e il 79 per cento quello del gusto. I tassi di recupero aumentavano con il passare dei mesi, raggiungendo un picco dopo sei mesi del 96 per cento per l'olfatto e del 98 per cento per il gusto.
Le donne avevano meno probabilità di recuperare l'olfatto e il gusto rispetto agli uomini. Questo divario può essere in parte spiegato dal fatto che le donne sono più sensibili agli odori e ai sapori e percepiscono maggiormente i cambiamenti rispetto agli uomini.
Va però precisato che in molti casi la percezione soggettiva della capacità di sentire odori e sapori è sovrastimata rispetto alla reale sensibilità clinicamente testata. Alcuni pazienti che pensano di avere recuperato i due sensi associati al piacere non ottengono punteggi soddisfacenti nei test clinici sul riconoscimento di odori o sapori. In questi casi non è tanto a rischio la qualità di vita, visto che le persone si dichiarano soddisfatte della loro sensibilità olfattiva e gustativa, ma la possibilità di riconoscere odori o sapori nocivi per la salute (sostanze tossiche, una fuga di gas oppure cibi avariati).
«La perdita dell'olfatto e del gusto influisce negativamente sulla qualità della vita, privando le persone colpite di numerosi piaceri quotidiani e legami sociali. Le persone possono anche sperimentare anoressia, avversioni alimentari, malnutrizione, ansia e depressione», dicono i tre autori dell’editoriale di accompagnamento allo studio (i ricercatori Paolo Boscolo-Rizzo, Jerry Polesel, Luigi A Vaira rispettivamente dell’Università di Trieste, del Centro oncologico di Aviano e dell’Università di Sassari).
Una delle disfunzioni sensoriali più frequentemente associata a Covid è la cosiddetta “parosmia”, una percezione distorta degli odori per cui un odore buono viene avvertito come cattivo, oppure si viene travolti da folate di effluvi inesistenti. Il disturbo, sottolinenao i ricercatori, può essere superato con una specifica rieducazione chemosensoriale.
«A seguito della pandemia di Covid-19, i pazienti e i medici dovrebbero ora essere consapevoli che si tratta di problemi importanti che potrebbero avere un impatto negativo sulla qualità della vita, sul funzionamento personale-sociale, sulla salute mentale, sulla salute generale e sulla sicurezza, per molto tempo dopo che i pazienti si sono ripresi dal covid -19», scrivono i ricercatori.
Gli studi analizzati nella review però non specificavano quale variante del virus avesse provocato l’infezione suggerendo la possibilità che i risultati siano validi solo per alcune fasi della pandemia. Tra i sintomi provocati dalla variante Omicron, per esempio, la perdita di olfatto o gusto viene raramente elencata, mentre era piuttosto frequente nelle infezioni da variante Delta.