La meningite è sempre tra noi. Conoscenza (e vaccini) per batterla
Su di lei si accendono i riflettori solo quando un caso di cronaca ci ricorda che può colpire anche i più giovani e spesso essere fatale. La meningite, tuttavia, è un rischio sempre presente. Meno in Italia, di più in altre aree del mondo.
Sono infatti più di due milioni e mezzo di casi ogni anno, più di 230 mila i morti. La meningite, poi, lascia dietro di sé uno strascico di disabilità e sofferenza: 1 persona su 5 tra quelle che ne sono colpite, pur sopravvivendo, riporta danni permanenti, come cicatrici cutanee, amputazione degli arti, perdita dell'udito, della vista e danni cerebrali.
Lo ricordano oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le associazioni attive in questo settore in occasione del World Meningitis Day, la Giornata mondiale che si celebra oggi.
“La meningite è una malattia infettiva mortale, può colpire chiunque a qualsiasi età ed essere fatale in poche ore”, scrive sulla sua pagina X (ex Twitter) l’Oms, che ha lanciato un piano globale per ‘sconfiggere la meningite’. Gli obiettivi sono ambiziosi: eliminare le epidemie di meningite batterica entro il 2030; ridurre del 50% i casi di meningite prevenibili con vaccino e del 70% i decessi; migliorare la qualità di vita dei sopravvissuti all’infezione.
Una malattia molte cause
La meningite è una grave infezione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. La malattia può essere causata da diversi patogeni (batteri, funghi o virus), ma sono le forme batteriche quelle che causano il più alto carico di malattia.
Tra le forme batteriche, gli agenti più frequenti sono il meningococco (Neisseria meningitidis), lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae), l’Haemophilus influenzae e lo streptococco di gruppo B. Tra questi, il meningococco è quello che ha maggiori capacità di causare grandi epidemie. Ne sono stati identificati 12 sierogruppi, 6 dei quali (A, B, C, W, X e Y) tendono a diffondersi maggiormente.
La meningite meningococcica può colpire chiunque, a qualsiasi età, ma colpisce soprattutto i neonati, i bambini in età prescolare e i giovani. Il maggior numero di casi di meningite meningococcica si verifica nella cosiddetta ‘cintura della meningite’, un’area che taglia trasversalmente l’Africa sub-sahariana, dal Senegal, a ovest, fino all’Etiopia, a est. Nella sola Africa si stima vivano 400 milioni di persone a rischio di meningite.
Prevenirla è possibile
Nonostante questi numeri, la gran parte delle forme di meningiti batteriche possono essere prevenute con la vaccinazione. Esistono vaccini per prevenire le meningiti da meningococco (ABCWY), lo pneumococco, l’Haemophilus influenzae di tipo B.
«La meningite è una malattia devastante, che rappresenta un rischio soprattutto per i bambini piccoli. I vaccini sono la migliore protezione. In occasione della Giornata Mondiale della Meningite, incoraggio i genitori ad assicurarsi che i loro figli siano vaccinati», ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus su X. «Invito tutti i Paesi a garantire un facile accesso alla vaccinazione».
Soprattutto grazie alle vaccinazioni negli ultimi anni sono stati compiuti grandi progressi, anche se il traguardo della sconfitta della meningite è lontana.
Consapevolezza
Se in molte aree del mondo l’impegno politico e le risorse costituiscono lo scoglio principale per ampliare l'accesso alla prevenzione e al trattamento, in altre il nodo principale è la scarsa consapevolezza sulla malattia e la sua gravità.
In occasione della Giornata Mondiale un’indagine realizzata da Ipsos per Gsk mostra quanta strada ci sia ancora da fare. Il sondaggio ha coinvolto su oltre 4.000 genitori in USA, Brasile, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Italia e segnala numerose criticità: meno della metà dei genitori (48%) ha detto di sapere che la meningite può portare alla morte e quasi un terzo (28%) ha affermato di non avere alcuna conoscenza della patologia. Il 93%, poi, non è in grado di identificare tutti e tre i sintomi più comuni della meningite.
Va meglio in Italia, dove la meningite colpisce circa 1.000 persone ogni anno, circa la metà dei quali sono dovuti a meningococco, specie di sierogruppo B e C. In questa popolazione, la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%. Quanto al sierotipo B, oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l’80% dei casi in età pediatrica, con una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il 4° e l’8° mese.
Dall’indagine Ipsos emerge come in Italia, il 79% degli italiani intervistati riconosca la malattia e ne percepisca la gravità (è la percentuale più alta in Europa). Inoltre, l’88% degli intervistati considera la vaccinazione “cosa buona e giusta” per i suoi bambini. Merito, forse, del rapporto degli italiani con i pediatri: 9 genitori su 10 seguono infatti le indicazioni del pediatra per le scelte vaccinali.