Mortalità materna, tassi mai così bassi in Europa. Ma troppe differenze tra Paesi

L’indagine

Mortalità materna, tassi mai così bassi in Europa. Ma troppe differenze tra Paesi

Una indagine sui tassi di mortalità materna in 8 Paesi europei dotati di un sistema di monitoraggio avanzato mostra grandi diseguaglianze del rischio tra i Paesi. Norvegia e Danimarca, i più virtuosi, Slovacchia e Regno Unito i meno sicuri. Le donne straniere sono quelle più a rischio ovunque

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RZFang, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

I tassi di mortalità materna in Europa sono bassi, ai minimi storici, ma non sono omogenei in tutti i Paesi. In Paesi come la Danimarca e la Norvegia, per esempio, il rischio di morire durante la gravidanza o il parto è quattro volte più basso di  Paesi come la Slovacchia e il Regno Unito. Importanti anche le differenze per età, con le donne più giovani e quelle più anziane che sono quelle a maggior rischio, così come le donne appartenenti a minoranze etniche. 

Lo dicono i risultati di una approfondita analisi, pubblicata sul British Medical Journal, della mortalità materna in 8 Paesi europei dotati di un sistema di sorveglianza avanzato. Lo studio esce a distanza di pochi giorni da un rapporto del Regno Unito che denunciava un aumento significativo del numero dei decessi avvenuti nel corso della gravidanza o del parto. Il tasso di mortalità materna nel Regno Unito è infatti passato da 8,7 donne ogni 100mila nascite del biennio 2017-19 a 10,9 del biennio 2018-2020.  

Per quest’ultima indagine, che conferma i risultati per il Regno Unito, i ricercatori hanno confrontato i dati sui decessi durante la gravidanza e fino a un anno dopo il parto di otto Paesi ad alto reddito con sistemi di sorveglianza potenziati: Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Slovacchia e Regno Unito. 

Il tasso di mortalità materna corrisponde al numero di decessi ogni 100mila nascite avvenuti fino a 42 giorni dopo la fine della gravidanza. Mentre le morti che avvengono tra il 43esimo giorno e un anno dopo il parto sono definite “morti materne tardive”.

Dall’analisi è emersa una notevole differenza nei tassi di mortalità materna tra gli otto Paesi monitorati: la Slovacchia ha il tasso di mortalità più alto (10,9), seguita dal Regno Unito (9,6), mentre la Norvegia (2,7) e la Danimarca (3,4) hanno i numeri più bassi. L’Italia è abbastanza lontana dai Paesi più virtuosi con un tasso di mortalità materna di 8,7 (simile a quello della Francia pari a 8). 

«Esistono variazioni nei tassi di mortalità materna tra i Paesi europei ad alto reddito con sistemi di sorveglianza potenziati. Per ridurre ulteriormente la mortalità materna si può imparare gli uni dagli prendendo come modello le migliori pratiche. Sono anche necessarie analisi approfondite delle differenze nella qualità dell'assistenza e nelle prestazioni del sistema sanitario a livello nazionale», sottolineano gli autori dell’indagine. 

Lo studio mostra anche che gli istituti di statistica tendono a sottostimare i tassi reali di mortalità materna di almeno un terzo in tutti i Paesi tranne che nella Danimarca, suggerendo che gli attuali sistemi di monitoraggio non sono una fonte affidabile per la sorveglianza della mortalità materna nei Paesi ad alto reddito.

Uno stesso dato, poi, ricorre in tutti i Paesi, tranne che in Norvegia: il tasso di di mortalità materna è almeno del 50 per cento superiore per le donne nate all'estero o appartenenti a minoranze etniche.

Dall’analisi dei dati aggregati per età è emerso, infine, che i tassi di mortalità materna sono più alti sia per le madri più giovani che per quelle più anziane in tutti i Paesi ad eccezione dei Paesi Bassi. Ad esempio, le donne sotto i 20 anni avevano un rischio di morte doppio rispetto alle donne di età compresa tra 20 e 29 anni, e quelle di età pari o superiore a 40 anni avevano un rischio di morte quasi quattro volte maggiore. 

Le malattie cardiovascolari e il suicidio sono state individuate come le principali cause di morte materna nella maggior parte dei Paesi. 

«Questo dato sottolinea l'importanza della salute mentale e cardiovascolare delle donne e la necessità di sviluppare strategie prima, durante e dopo la gravidanza per prevenire la morbilità e la mortalità che questi problemi possono causare», scrivono i ricercatori.