La pandemia ha aumentato le differenze di genere nel mondo accademico
La pandemia potrebbe aver creato un ambiente più favorevole agli uomini nel mondo della ricerca e, data l'importanza delle pubblicazioni per la carriera accademica, il gender deficit potrebbe avere effetti a lungo termine che acuiranno la disuguaglianza di genere nel settore.
È questa, in sostanza, la conclusione di uno studio dell’Università di Milano su oltre 5 milioni di autori e più di 2 mila riviste accademiche: durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, lo scorso anno tra febbraio e maggio 2020 le donne hanno inviato un minor numero di articoli degli uomini. Il divario di genere è particolarmente evidente in campo medico e per le donne a inizio carriera. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Plos One.
«Vivendo in Lombardia, una delle regioni più colpite dal Covid-19, abbiamo sentito l'esigenza di rispondere alla crisi globale con uno studio su larga scala sugli effetti della pandemia nel mondo accademico» racconta Flaminio Squazzoni, responsabile dello studio e docente di Sociologia al Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell'Università di Milano.
Durante la pandemia si è registrato un numero insolitamente elevato di articoli inviati alle riviste scientifiche e, contemporaneamente, le politiche di lockdown hanno costretto chi fa ricerca a gestire responsabilità familiari vecchie e nuove, esacerbando i problemi della quotidianità, soprattutto per le donne.
I risultati mostrano che tra febbraio e maggio 2020 gli articoli inviati alle riviste Elsevier sono aumentati del 30% rispetto allo stesso periodo del 2019. Tuttavia, la partecipazione femminile risulta inferiore rispetto al livello di partecipazione degli anni precedenti nello stesso periodo, in ogni ambito accademico, dalla medicina alle scienze della vita, dalle scienze fisiche a quelle sociali. Il divario di genere è particolarmente marcato nel campo medico-sanitario, quello più direttamente legato al Covid-19, e per le donne a inizio carriera. La percentuale di donne e uomini che hanno accettato incarichi di revisione è simile in molti settori scientifici, ma non in quello della salute e della medicina, che ha visto un minor coinvolgimento femminile.
«Obiettivo della collaborazione – spiega Bahar Mehmani, responsabile Reviewer Experience di Elsevier e coordinatrice dello studio - era ottenere una solida base di dati per studiare questioni importanti come l'impatto globale delle misure di lockdown sulle donne nei vari ambiti accademici».