La pandemia ha fermato le vaccinazioni di routine: 17 milioni di bambini non sono stati vaccinati contro il morbillo e le altre malattie
Vaccini. Ricominciamo a farli. Come e meglio di prima. Non parliamo di quelli nuovi anti-Covid, ma di quelli tradizionali contro morbillo, rosolia, parotite, difterite, tetano, pertosse. Ripartiamo con le campagne vaccinali pediatriche, ma dovranno essere più efficaci che mai, più capillari, più veloci, più accessibili, perché non ci si può permettere di lasciare indietro nessuno. Bisogna accelerare i tempi per colmare al più presto quel buco di 17 milioni di bambini non vaccinati nel mondo nel 2020 a causa della pandemia. È l’appello lanciato dagli autori di una indagine su Lancet che hanno calcolato mese per mese l’impatto di Covid-19 sulle vaccinazioni di routine nel mondo. Ad aprile 2020 si è registrato il record negativo con un calo complessivo del 30 per cento nel numero delle immunizzazioni. In alcuni Paesi il tasso di vaccinazioni durante la pandemia è tornato ai livelli di oltre dieci anni fa. Ora, per fortuna, le attività dei centri vaccinali stanno gradualmente tornando alla normalità un po’ ovunque, ma la normalità non basta più, avvertono gli scienziati: c’è bisogno di uno sforzo ulteriore per recuperare tutte le vaccinazioni arretrate ed evitare che virus e batteri un tempo sotto controllo tornino a essere minacciosi.
Non c’è mai stata nella storia dell’umanità una interruzione così drastica e globale delle vaccinazioni come quella provocata dalla pandemia. Non c’è stata guerra, né catastrofe naturale che sia arrivata a tanto.
Nel 2020 sono rimaste inutilizzate 8,5 milioni di dosi del terzo richiamo del vaccino trivalente contro tetano, difterite e pertosse (DTPa) e 8,9 milioni di dosi della prima somministrazione contro il morbillo. Così il tasso di vaccinazioni contro queste malattie infettive è sceso del 7 per cento.
Va tenuto conto poi che ogni Paese, in condizioni normali, ha una sua specifica percentuale di bambini che non vengono vaccinati. Ma nel 2020 in molti Paesi, in particolare in Europa, Asia e Medio Oriente, il numero “standard” dei non vaccinati è raddoppiato.
«Anche prima della pandemia, milioni di bambini in tutto il mondo non ricevevano le dosi dei vaccini di routine. Questi numeri sono aumentati pericolosamente con la pandemia, con una copertura vaccinale nel 2020 scesa a livelli che non si vedevano da oltre un decennio. Sebbene i tassi di vaccinazione stiano risalendo, il semplice ritorno ai livelli di copertura vaccinale pre-pandemia lascerà ancora milioni di bambini a rischio di malattie prevenibili con il vaccino che rappresentano una seria minaccia per la loro salute e sopravvivenza», ha dichiarato Kate Causey a capo dello studio, sottolinenando che tornare a fare quello che si faceva prima non basta, bisogna fare di più.
Per calcolare l’impatto della pandemia sulle vaccinazioni pediatriche, i ricercatori hanno raccolto dati da più parti, dai registri sanitari nazionali in primis, ma anche dal monitoraggio anonimo dei telefoni cellulari per stimare l'interruzione nelle consegne dei vaccini. Mettendo a confronto queste informazioni con la stima delle vaccinazioni previste per il 2020 in assenza della pandemia, i ricercatori hanno calcolato il numero delle vaccinazioni mancate.
L'Asia meridionale è stata la regione più colpita. Qui si stima che siano andate perse 3,6 milioni di dosi della terza dose del vaccino contro difterite, tetano e pertosse e 2,2 milioni di dosi di vaccino contro il morbillo. Secondo i ricercatori questi dati corrispondono a un calo della copertura vaccinale in quella zona del 13 per cento per la prevenzione di difterite, tetano e pertosse e del 4 per cento per il morbillo, rispetto ai livelli attesi.
In molti Paesi ad alto reddito, come già detto, il numero di bambini non vaccinati nel 2020 è raddoppiato.
L’impatto della pandemia sulla campagna di vaccinazione pediatrica è stato meno evidente in Sud Africa dove si è registrato un calo del tasso di vaccinazioni del 4 per cento. I ricercatori fanno notare però che nel Paese la copertura vaccinale era già molto bassa prima della pandemia e che anche un semplice ritardo nella tabella di marcia delle vaccinazioni può bastare a scatenare pericolosi focolai di morbillo o pertosse. «È essenziale raggiungere i bambini che hanno saltato gli appuntamenti di routine con i vaccini durante la pandemia e accelerare i progressi verso una copertura vaccinale più elevata ed equa nel prossimo decennio», concludono i ricercatori.