Rischio cardiovascolare: molti italiani lo ignorano e fanno poca prevenzione
Un italiano su due non è consapevole del rischio cardiovascolare. È il dato emerso dall’indagine sulla prevenzione cardiovascolare, condotta da IQVIA per la Fondazione Italiana Per il Cuore, con il contributo non condizionante di Armolipid, e realizzata a settembre in occasione della Giornata Mondiale per il Cuore.
L’indagine ha interessato 3.000 cittadini che hanno fornito 180mila risposte via web sugli aspetti informativi/conoscitivi (conoscenze/sapere cosa fare), emozionali (vissuti esperienziali, credenze/timori) e relazionali (supporto, monitoraggio, comunicazione con medici).
Solo la metà degli intervistati sa che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia. Il 54 per cento ritiene di non essere a rischio e fra questi la metà ha, in realtà, un elevato livello di rischio cardiovascolare. Ad essere meno consapevoli sono le donne e le fasce più giovani.
Poco rassicurante la fotografia dello stato di salute degli italiani: il 70 per cento degli italiani convive con almeno una condizione cronica, il 54 per cento è a medio-alto rischio cardiovascolare, il 70 per cento ha stili di vita a rischio, il 45 per cento è in sovrappeso/obeso.
Lunga la lista dei comportamenti a rischio: quasi 1 su 2 consuma alcool in modo eccessivo, 1 su 4 fuma, segue un’alimentazione non salutare e non svolge attività fisica regolarmente.
Diffusa anche la percezione di malessere psico-fisico: quasi la metà degli italiani (46%) non si sente in buona salute, oltre un quarto (28%) dorme male e quasi 1 su 4 afferma di vivere costantemente sotto stress. Insonnia e stress sono maggiormente riportati dalle donne e dai rispondenti nella fascia 35-55 anni.
La prevenzione non è una priorità per tutti. Solo 1 italiano su 2 dichiara di fare qualcosa per la prevenzione cardiovascolare (solo 1 su 10 ritiene di fare molto), concentrandosi sull’alimentazione (50%), sul movimento e sull’attività fisica (39%). A effettuare controlli ed esami medici regolari è il 18 per cento e solo l’11 per cento dichiara d’impegnarsi a ridurre il fumo. C’è però il desiderio di colmare le lacune delle conoscenze. Oltre l’80 per cento degli italiani è interessato a ricevere maggiori informazioni sulla prevenzione del rischio cardiovascolare e il medico di medicina generale (63%) e lo specialista (31%) sono considerate le principali fonti da cui ci si aspetta di essere informati. Importanti, tuttavia, anche la farmacia attraverso il consiglio del farmacista (26%) e i materiali/brochure disponibili in farmacia (28%), la consultazione del web ossia i siti dedicati alla salute (26%), i portali di centri di cura e gli altri media (programmi dedicati alla salute su radio e TV).
Il 72 per cento degli intervistati ritiene che non si parli abbastanza di rischio e di prevenzione cardiovascolare. Si ritiene che il medico in 2 casi su 3, non informi in modo chiaro e comprensibile sui rischi cardiovascolari e su come prevenirli.
«Formare il medico (medico di medicina generale e specialista) sull’importanza della comunicazione efficace con il paziente e coinvolgere il farmacista valorizzando il ruolo sempre più importante della farmacia come presidio di salute di prossimità per il cittadino, luogo di informazione ed empowerment ma anche di facile accesso per screening ed esami sono strumenti che rivestono un ruolo cruciale nel motivare il paziente ad adottare i giusti comportamenti di prevenzione e spiegare l’eventuale percorso di cura e assistenza», commenta Emanuela Folco, Presidente della Fondazione Italiana Per il Cuore (FIPC).