Sangue cordonale, le donazioni crescono ma sono ancora in pochi a scegliere questo percorso 

Il rapporto

Sangue cordonale, le donazioni crescono ma sono ancora in pochi a scegliere questo percorso 

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Immagine: Own work, CC0, via Wikimedia Commons
di redazione
Le donazioni nel corso dell’anno passato sono state poco meno di 7mila, un dato superiore del 6,3 per cento rispetto a quello dell’anno precedente ma ancora lontano dai livelli pre-Covid

Sono ancora pochi, anche se il numero è in crescita, i genitori che scelgono di donare il sangue cordonale, come emerge dal rapporto 2022 sulle Banche del Sangue di Cordone Ombelicale in Italia del Centro Nazionale Sangue. Le donazioni nel corso dell’anno passato sono state poco meno di 7mila, un dato superiore del 6,3 per cento rispetto a quello dell’anno precedente ma ancora lontano dai livelli pre-Covid. 

Di certo non hanno contribuito a invertire il trend i numeri sempre più bassi delle nascite in Italia che per il secondo anno di seguito si sono attestate sotto le 400mila unità.

Al momento le unità di sangue cordonale bancate nei centri italiani sono 47mila, di cui il 90 per cento (42.336) sono conservate in vista di un utilizzo cosiddetto “allogenico non familiare”, ovvero per essere donato a chiunque dovesse averne bisogno.

Le cellule staminali emopoietiche presenti nel sangue del cordone ombelicale, come quelle presenti nel midollo osseo e nel sangue periferico, sono progenitrici di tutte le linee cellulari del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Il trapianto di cellule staminali rappresenta una consolidata terapia salvavita per la cura di numerose e gravi malattie del sangue congenite e acquisite, immunodeficienze e malattie metaboliche.

«Vedere crescere il numero delle donazioni di sangue cordonale in Italia, nonostante gli strascichi della pandemia di Covid e un numero sempre più basso di nascite è un segnale positivo. Ma è bene ricordare due cose, che siamo ancora lontani dai livelli pre-COVID e che ancora molti neo-genitori in Italia rinunciano alla possibilità di un gesto solidaristico che potrà in futuro salvare molte vite umane», commenta Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico-sanitaria del Centro Nazionale.

La normativa consente di raccogliere il sangue cordonale donato per fini solidaristici o destinato al neonato con patologia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o al consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta o pregressa, che risulti curabile con il trapianto di cellule staminali emopoietiche. È possibile raccogliere il sangue per famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali sussistano comprovate evidenze scientifiche di impiego di cellule staminali del sangue cordonale e raccogliere sangue cordonale per uso autologo‐dedicato nell’ambito di sperimentazioni cliniche, approvate secondo la normativa vigente, finalizzate a raccogliere le evidenze scientifiche di un possibile impiego del sangue cordonale nel caso di particolari patologie.

La normativa vieta la conservazione ad esclusivo uso autologo in assenza delle condizioni specificatamente indicate, l’istituzione di banche private sul territorio nazionale e ogni forma di pubblicità connessa alle banche private.