Sempre più difficile (e costoso) curarsi in Italia
Il 57% degli italiani ha ancora fiducia nel Servizio sanitario nazionale e il 43% ritiene che sia tuttora uno dei migliori al mondo. In molti, però, non esitano a denunciarne la situazione di crisi, probabilmente aggravata dalla pandemia. D'altra parte, però, c'è anche chi riscontra nel settore privato un allungamento dei tempi (38%), oltre a una crescita dei costi più evidente rispetto al servizio pubblico (72% ha percepito un aumento).
È questo, per grandi linee, il quadro tratteggiato dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute che insieme a Nomisma ha interrogato, a dicemre 20220, un campione di 1.200 persone per conoscere la loro opinione della sanità pubblica, messa a confronto con la sanità privata.
Per gli italiani la sanità pubblica resta un baluardo, anche se secondo il sondaggio un italiano su tre (34%) ritiene che il Servizio sanitario nazionale sia peggiorato rispetto a cinque anni fa. Tuttavia c'è anche un 13% che invece lo trova migliorato (13%), mentre il 52% non ha notato cambiamenti né in positivo né in negativo. La valutazione della sanità privata risulta invece più stabile: in questo caso l’opinione di quasi tre italiani su quattro (72%) è rimasta invariata, con una quota leggermente maggiore che la giudica migliorata (17%) rispetto a peggiorata (11%).
Il principale motivo di insoddisfazione rispetto alla sanità pubblica riguarda i tempi di attesa: secondo il 76% si sono allungati, con un 40% che parla addirittura di un “forte aumento”. Il 59% degli intervistati lamenta inoltre un aumento dei costi e due su tre (66%) ritengono insufficiente il numero di medici e infermieri in servizio. Anche nel settore privato, come già detto,, c’è chi registra un allungamento dei tempi (38%), oltre a un aumento dei costi più evidente rispetto al servizio pubblico (72% ha percepito un aumento).
Chi nell’ultimo anno ha effettuato visite o esami in strutture pubbliche, dice di averlo fatto principalmente per il costo ridotto della prestazione (56%), mentre chi si è rivolto a strutture private dà come motivazione soprattutto i tempi di attesa inferiori (72%). Nel complesso, il livello di soddisfazione è più alto per i servizi sanitari privati rispetto a quelli pubblici: nel primo caso si dice soddisfatto delle cure ricevute il 72% degli intervistati, nel secondo il 56%.
Nonostante le criticità percepite, comunque, gli italiani credono ancora nella sanità pubblica e, per ovviare alle lacune evidenziate, il campione intervistato concorda soprattutto su una maggior integrazione tra sanità pubblica e privata (59% è d’accordo) e su un più ampio ricorso a soluzioni tecnologiche per l’assistenza a distanza (55%).