La Società di leadership e management in medicina: «ll Pnrr da solo non sarà la panacea di tutti i mali» del Ssn
Confrontarsi sulle opportunità che la sfida del Pnrr può offrire al Servizio sanitario nazionale, ai soggetti pubblici e privati che operano in sanità e a una loro eventuale partnership. Questo l’obiettivo dell’Incontro “P3, Partnership Pubblico Privato: dal pensiero all’azione”, organizzato dalla Over Group sotto l’egida della Società italiana di leadership e management in medicina (Simm)
«Come sottolineato nel Rapporto 2021 sul Coordinamento della finanza pubblica della Corte dei conti – ricorda Mattia Altini, presidente della Simm - il sistema sanitario italiano sta riuscendo al momento a gestire la crisi pandemica, nonostante alcune difficoltà, come l’eccessiva eterogeneità degli approcci regionali, ma sarà fondamentale, per il futuro, rendere omogenea l’erogazione dei Lea su tutto il territorio nazionale migliorando l’allocazione delle risorse, auspicando un maggior coordinamento europeo».
Secondo Altini, il Servizio sanitario nazionale «ha necessità di riprogrammare la sua attività focalizzandosi sulla lotta alle variazioni ingiustificate negli esiti che troppo spesso impattano sulla vita dei cittadini».
«Arriveranno sì le risorse del Pnrr» osserva il presidente Simm, ma il Servizio sanitario nazionale «è un sistema adattativo complesso che rappresenta lo specchio di una società e delle sue aspettative» e pertanto è necessario che «accanto ad un grande investimento finanziario ci sia una politica capace di comprendere che il denaro in arrivo debba essere visto come un investimento per il nostro Paese, in grado di trasformare il modo con cui facciamo le cose».
Allora «bisogna che la politica comprenda fino in fondo l’eccezionalità del momento che stiamo vivendo e la necessità di “osare” per metterci nelle condizioni di fare nel prossimo futuro le cose in modo diverso. Lo scopo ultimo delle organizzazioni sanitarie – conclude Altini - è produrre salute e troppo spesso vecchie norme e consuetudini ormai superate fanno sì che in sanità si continui a lavorare per compartimenti stagni creando difficoltà a chi è chiamato a creare integrazione e sinergia per garantire la tutela della salute dei cittadini. Non perdiamo l’occasione di rivoluzionare il nostro Ssn, mantenendo saldi i valori della 883».