Trattamento inadeguato per il 40% dei cittadini europei con epilessia

Il Rapporto

Trattamento inadeguato per il 40% dei cittadini europei con epilessia

di redazione

C'è un gap terapeutico per l'assistenza all'epilessia in Europa, con differenze significative sull'accesso alle cure tra i vari Paesi. Per esempio, sebbene il 70% circa delle persone affette da epilessia risponda al trattamento, il 40% (ma fino al 90% in alcune aree) non riceve un'assistenza soddisfacente.

È quanto risulta dalla seconda edizione del Rapporto Headway - A new roadmap in Brain Health: Focus Epilessia, realizzato da Angelini Pharma e The European House-Ambrosetti, presentato lunedì 17 luglio a Roma.

Per quanto ci riguarda in particolare, la prevalenza dell'epilessia in Italia è di circa 7,9 casi per mille abitanti, tra le più alte tra i Paesi dell'Unione europea inclusi nel Rapporto. In totale, si stima che circa 500 mila persone ne siano affette e che il costo annuale diretto per il Servizio sanitario superi i 900 milioni di euro.

Inoltre, ogni anno, un paziente su mille muore per una Sudden Unexpected Death in Epilepsy (Sudep, morte improvvisa e inattesa).

Anche se attualmente non esiste una cura per l'epilessia, se correttamente diagnosticata può essere gestita con trattamenti che consentono ai pazienti di avere una qualità di vita soddisfacente.

Tuttavia, la disomogenea distribuzione delle risorse e la bassa priorità riservata alla gestione della malattia sono alcune delle cause dei costi diretti più elevati per i sistemi sanitari e della diminuzione della qualità della vita dei pazienti.

Dal Rapporto è emerso inoltre che l’epilessia è una condizione che mette a rischio l’integrazione dei giovani pazienti anche all’interno dell’ambiente scolastico. Secondo i dati, quasi la metà degli insegnanti italiani ha avuto in classe un alunno con epilessia, ma il 64% di loro non ha ricevuto una formazione adeguata su come affrontare eventuali crisi e solo due terzi dei casi di alunni con epilessia vengono segnalati agli Istituti scolastici.

«Molte persone che vivono con l'epilessia in Europa non ricevono cure ottimali e sono quindi a maggior rischio di crisi incontrollate e di numerose comorbilità associate, tra cui l'incapacità di svolgere le attività quotidiane, le lesioni e, in alcuni casi, persino la morte prematura» conferma Francesca Sofia, presidente dell'International Bureau of Epilepsy. Il rapporto Headway «afferma nuovamente l'urgente necessità per la nostra comunità di pazienti di partecipare a un appello condiviso – aggiunge - con l'obiettivo di garantire che ogni persona che vive con l'epilessia in Europa abbia accesso e riceva le migliori cure possibili».

«Nonostante sia una delle malattie neurologiche croniche più diffuse in Europa, solo pochi Paesi hanno implementato Piani nazionali per la gestione di questa condizione e ancora meno la riconoscono come un disturbo di salute del cervello» commenta infine Jacopo Andreose, Ceo di Angelini Pharma.