Tumore del colon-retto: sette italiani su dieci non aderiscono allo screening
Nel giro di due anni, dal 2020 al 2022, le nuove diagnosi di tumore del colon-retto sono passate da 43.702 a 48.100: quasi 4.400 in più. Numeri che rendono evidenti le conseguenze della pandemia e dei ritardi negli screening accumulati durante l’emergenza sanitaria.
Anche i cittadini, però, non sono esenti da responsabilità: sette su dieci, infatti, non eseguono il test per la ricerca del sangue occulto che il Servizio sanitario pubblico offre gratuitamente ogni due anni a chi ha un'età compresa tra 50 e 69 anni.
Il test è in grado di ridurre la mortalità di circa il 30%. Non solo. Proprio questa neoplasia, in epoca prepandemica, è stata l’esempio dell’efficacia dei programmi di prevenzione secondaria: nel nostro Paese, nel 2020, i tassi di incidenza erano in diminuzione del 20% rispetto al picco del 2013. Ma lo stop agli screening durante il picco pandemico e i successivi ritardi nella ripresa dei programmi hanno vanificato gli ottimi risultati ottenuti.
Per questo l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) promuove un progetto di sensibilizzazione per migliorare l’adesione al test, che partirà nelle prossime settimane. Saranno realizzati spot, opuscoli, una campagna social ed è previsto il coinvolgimento attivo delle farmacie. L’annuncio viene dal Convegno Aiom dedicato alle neoplasie gastrointestinali (“News in GI Oncology”), che si è aperto sabato 10 febbraio a Padova.
Il tumore del colon-retto in Italia «è il secondo più frequente dopo quello della mammella« ricorda Saverio Cinieri, presidente nazionale Aiom. La sopravvivenza a cinque anni raggiunge il 65%. Lo screening colorettale è in grado di individuare, oltre alla neoplasia in persone asintomatiche, anche adenomi, cioè polipi potenzialmente in grado di trasformarsi in cancro. La loro rimozione prima dello sviluppo della neoplasia permette di ridurre i nuovi casi. «Stiamo assistendo a un lento riavvio dei programmi di screening – osserva Cinieri - ma non è sufficiente. Servono iniziative concrete per frenare l’incremento delle diagnosi. Vanno anche colmate le differenze territoriali, visto che al Nord l’adesione raggiunge il 45%, al Centro il 31% e al Sud solo il 10%. Inoltre, è importante che il test sia esteso anche agli over 70. Così potremo salvare più vite».
Il tumore del colon-retto insorge, in oltre il 90% dei casi, a partire da lesioni precancerose che subiscono una trasformazione neoplastica maligna. «Per questo lo screening è così efficace: ci permette di rimuovere i polipi prima che diventino neoplastici, costituendo quindi una vera e propria prevenzione primaria» spiega Sara Lonardi, direttore facente funzione dell’Oncologia 3 all’Istituto oncologico veneto di Padova.
«È una neoplasia estremamente eterogenea dal punto di vista genetico-molecolare» sottolinea Filippo Pietrantonio dell’Oncologia medica gastroenterologica all'Istituto Tumori di Milano e membro del Direttivo nazionale Aiom. «La maggior parte dei pazienti con tumore del colon-retto metastatico – prosegue - non è eleggibile a un intervento chirurgico potenzialmente curativo. Al momento di iniziare il trattamento, deve essere effettuata la valutazione dello stato mutazionale dei geni indicati con l’acronimo RAS, di BRAF e di quelli coinvolti nelle funzioni di riparazione del Dna mismatch repair ed elevata instabilità dei microsatelliti. Questi geni funzionano come “interruttori” che attivano i meccanismi di crescita e replicazione delle cellule tumorali e possono essere nello stato normale o mutato».
«L’oncologia di precisione richiede che siano individuate le caratteristiche molecolari della neoplasia – interviene Cinieri - cioè i geni che ci aiutano a stabilire la cura più efficace. Vi sono alterazioni geniche che, se presenti, possono fornire al clinico informazioni molto importanti sull’aggressività biologica del tumore e sulla possibilità di rispondere o meno alle terapie. In questo modo – conclude - possiamo individuare la migliore strategia per il singolo paziente, con risparmi per il sistema sanitario».