Tumori della mammella e del colon: al Sud più anni di vita persi. La mortalità cala dove si fanno più screening
Nelle Regioni del Sud si perdono più anni di vita per i tumori della mammella e del colon e i tassi di mortalità, che storicamente erano più bassi rispetto al Nord, ora sono paragonabili.
A dirlo è il primo rapporto del Gruppo di lavoro su equità e salute nelle Regioni dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato mercoledì 24 luglio sul sito dell’Iss.
Secondo il rapporto tra le cause di questa differenza c’è anche il minore ricorso agli screening: nelle aree dove si partecipa meno, oltre ad avere una maggiore mortalità c’è anche un più alto numero di pazienti costretto a spostarsi per potersi operare.
Il Gruppo ha utilizzato i dati di mortalità per causa e quelli sulle coperture degli screening oncologici. Sono state quindi analizzate, separatamente per tumore della mammella e per tumore del colon-retto, che rappresentano il 40% di tutte le diagnosi di tumore in Italia.
«Questo rapporto, a cui a breve seguirà un lavoro simile sulle patologie cardiovascolari – commenta il presidente dell’Iss, Rocco Bellantone - è un esempio ulteriore di cosa può fare l’Iss per aiutare il Servizio sanitario nazionale. Sono sicuro che gli spunti contenuti nel documento potranno essere molto utili per elaborare strategie che riescano a mitigare le disparità regionali nell’accesso all’assistenza sanitaria, di gran lunga il problema principale della sanità nel nostro Paese».
La mortalità cala, ma non al Sud. In Italia, la mortalità per tumore della mammella dal 2001 al 2021 si è ridotta del 16%, ma con ritmi diversi nelle diverse aree del Paese: al Sud la riduzione di mortalità è stata del 6% rispetto al 21% del Nord (-6% vs -21%). In Calabria, Molise e Basilicata si osservano addirittura aumenti rispettivamente del 9%, 6% e 0,8%. Anche per il tumore del colon gli andamenti sono simili: dal 2005 al 2021 risulta che nelle donne la mortalità si è ridotta del 29% nel Nord e del 27% al Centro, ma molto meno al Sud (-14%). Il divario risulta ancora più ampio tra gli uomini: -33% nel Nord, -26% al Centro e solo -8% nel Meridione. La Regione più critica è la Calabria dove in 15 anni la riduzione è stata minima nelle donne (-2%) e praticamente nulla negli uomini (-0,9%)
Per il tumore della mammella c’è stata una diminuzione progressiva degli anni di vita persi nelle Regioni del Nord e in parte del Centro, mentre le Regioni del Sud non mostrano evidenti cambiamenti in questo parametro. Ancora peggio va per il tumore del colon: il Sud mostra andamenti crescenti (quindi un aumento della mortalità prematura) in entrambi i sessi in contrasto con i valori del Nord e del Centro.
La mortalità cala dove si fanno più screening. La copertura totale dello screening mammografico disegna un chiaro gradiente Nord-Sud, a sfavore delle Regioni meridionali con la percentuale di adesione che va dal 90% raggiunto in molte Regioni settentrionali ad appena il 60% in alcune Regioni meridionali. Al Nord, dove la copertura di popolazione degli screening è elevata, la riduzione di mortalità per tumore della mammella tra il 2001 e il 2021 è di oltre il 35%. Andamento simile anche per i tumori del colon: la copertura dello screening raggiunge valori più alti fra i residenti al Nord (67%), ma è significativamente più basso al Centro (51%) e del Sud (26%). Nelle Regioni del Centro e del Nord dove lo screening è partito prima e con livelli di copertura più elevati (intorno al 70%) la mortalità si è ridotta di circa il 30%, molto più che al Sud (-14% nelle donne e -8% negli uomini).
Dove si fanno meno screening aumenta anche l’indice di fuga. Per entrambi i tumori il rapporto mostra bassi livelli di mobilità dei pazienti nel Centro e nel Nord del Paese. Nel Sud, comprese le isole, la mobilità è circa tre volte più alta rispetto al Centro-Nord. Per quanto riguarda il tumore della mammella se si osserva la correlazione tra l’indice di fuga e la copertura dello screening si nota che le Regioni con le coperture di screening più alte presentano indici di fuga più bassi. «Questo dato – sottolineano gli autori - evidenzia come in Regioni in cui lo screening mammografico raggiunge una buona parte della popolazione femminile target il sistema è anche in grado si prendersi carico dei casi di tumore della mammella che necessitano di un ricovero ospedaliero per intervento chirurgico, mentre questo non è sempre garantito nelle Regioni dove lo screening è ancora lontano dai livelli ottimali».
Anche per il tumore del colon-retto, così come per la mammella, le Regioni con alti livelli di copertura dello screening tendono a presentare livelli bassi dell’indice di fuga, anche se esistono alcune Regioni in controtendenza (Puglia e Campania, bassa copertura e bassa fuga).