Vaccino anti Covid-19. Favorevoli all'obbligo nove medici europei su dieci
Sono più del 90% i medici che in Europa ritengono necessaria la vaccinazione anti Covid-19 non solo per chi lavora in sanità ma anche per altri settori professionali, come quello dell’istruzione e delle altre forme di assistenza residenziale.
Il dato è emerso dal sondaggio sull’obbligo vaccinale realizzato dai Paesi aderenti alla Fems (la Federazione europea dei medici salariati) i cui risultati sono stati presentati durante la recente Assemblea generale della Federazione nel corso della Conferenza dal titolo “Covid. Quale obbligo per il personale sanitario?”.
In quadro complessivo così ampiamente favorevole, spicca l'eccezione della Romania, unico Paese che si mantiene distante da questa posizione, con il 72% dei medici intervistati che dichiara di essere contrario alla vaccinazione obbligatoria, sia per il personale sanitario sia per la popolazione generale. Un’incongruenza che pone numerosi punti interrogativi poiché alla bassa percentuale di immunizzazione della Romania si accompagna un’alta occupazione dei posti letto di terapia intensiva. Tanto che, in una differente sessione della Conferenza, i medici rumeni hanno auspicato un aumento dei posti letto intensivi per far fronte all’elevato numero di malati.
Negli altri Paesi dell'Unione europea che hanno partecipato alla Conferenza (Austria, Croazia, Francia, Germania, Italia, Nord Cipro, Olanda e Portogallo), invece, la percentuale di medici vaccinati si mantiene elevatissima, superiore al 90%, come anche la volontà di proporre ai propri Governi l’obbligatorietà del vaccino per tutta la popolazione, con percentuali che si attestano sopra all’80%.
«La spiegazione di una posizione così compatta, che raramente si è vista in una categoria professionale – commenta Alessandra Spedicato, capo delegazione Anaao Assomed in Fems - è che la vaccinazione, essendo parte di un percorso scientifico e non un’idea politica o una questione di opinioni, non incontra nei medici alcun ostacolo di natura confabulatoria o cospirazionista. A questo si aggiunge l’esperienza sul campo che i professionisti della salute pubblica hanno vissuto negli ultimi venti mesi, le cicatrici, la fatica, il burn out che questa malattia ha lasciato nei medici ospedalieri. Tutti fattori che stanno spingendo i medici a promuovere la vaccinazione affinchè non si riviva nelle corsie l’incubo del Covid-19».
Al momento la vaccinazione è obbligatoria nelle corsie solo in Francia e Italia, mentre rimane raccomandata in Austria e Croazia.
«Non solo la pandemia – sottolinea Spedicato - ma anche la forte adesione all’immunizzazione tra i medici dimostra una volta di più lo spirito etico che anima questa categoria e la volontà di mantenere fede al giuramento di Ippocrate che, nelle sue versioni più moderne invita i medici a “evitare la malattia quando la prevenzione è preferibile”».