Verso il diabete green. La diabetologia comincia a interessarsi dell’impatto ambientale delle terapie

La proposta

Verso il diabete green. La diabetologia comincia a interessarsi dell’impatto ambientale delle terapie

Sta nascendo un movimento green in diabetologia che spinge per il riciclo, la riduzione dei rifiuti, la scelta di materiali sostenibili nelle terapie per il diabete. Perché la salute dell’ambiente e la salute dell’uomo sono una cosa sola

Environmental-protection.jpg

Immagine: Bela Geletneky, CC0, via Wikimedia Commons
di redazione

Il diabete può essere green? Ridurre l’impatto ambientale dei dispositivi utilizzati dalle persone con diabete è l’obiettivo di un gruppo multidisciplinare composto da diabetologi, esperti di ambiente e produttori di ausili medici che nel corso dell’European Association for the Study of Diabetes ( Stoccolma, 19-23 settembre) hanno deciso di sollevare il problema della sostenibilità ambientale delle terapie per le persone con diabete.  

«Dopotutto, i dispositivi monouso per il diabete, come aghi, siringhe e penne, strisce e monitor per il monitoraggio della glicemia, sistemi per il monitoraggio continuo della glicemia, flaconi di insulina, tubi per infusione, pompe monouso e batterie, creano enormi quantità di plastica e altri rifiuti. Eppure i prodotti per la cura del diabete rappresentano solo il 10 per cento del peso e del volume totale dei rifiuti, il resto dipende dall’imballaggio», ha dichiarato Lutz Heinemann, Science Consulting in Diabetes GmbH, a Kaarst, in Germania.

La preoccupazione ecologica nel campo della diabetologia non è una novità di questi giorni. La società americana Diabetes Technology Society (DTS) nel 2021 aveva promosso il meeting Green Diabetes Summit. Per la prima volta diversi protagonisti del settore si erano incontrati per discutere di come ridurre l’uso della plastica nelle terapie per il diabete. Il motto  della 5 R, tanto caro agli ambientalisti, era stato riproposto in quell’occasione come principio guida anche nella diabetologia: ridurre, riutilizzare, riciclare, riprogettare, rieducare. 

«Durante quell’incontro era diventato chiaro che tutti noi dovevamo lasciare la nostra zona di comfort e scoprire come ognuno di noi può contribuire.  Solo unendo le forze e costruendo coalizioni, avremo la possibilità di affrontare il problema dei rifiuti di plastica della cura del diabete. Dobbiamo migliorare la sostenibilità dei dispositivi per il diabete per tutta la vita del prodotto, dall’uso di differenti materie prime per la produzione, all'imballaggio e al trasporto», ha dichiarato Heinemann. Qualcosa già è stato fatto. In Danimarca, grazie a un programma pilota promosso da Novo Nordisk, le penne per l’insulina usate vengono raccolte dalle farmacie e avviate al riciclo. Ma per ottenere una vera svolta bisognerebbe intervenire a monte, sul processo di produzione. 

«C’è bisogno di un cambiamento e di un rinnovamento nella mentalità quando si progettano nuovi prodotti per affrontare questo problema. I designer devono pensare alla possibilità di riciclaggio fin dall'inizio. In caso contrario, è difficile separare batterie, parti elettroniche e plastica. È inoltre necessario un cambiamento nell'atteggiamento degli acquirenti di prodotti per il diabete affinché i prodotti sostenibili vengano visti favorevolmente e abbiano un vantaggio competitivo sul mercato. Inevitabilmente, il riciclaggio e altre iniziative ambientali comportano dei costi», commenta Heinemann. 

Non è così scontato che i pazienti o i servizi sanitari, anche nei Paesi ad alto reddito, siano disposti a pagare un prezzo più alto per prodotti green.

Si arriverebbe a tanto solo nel caso in cui l’approccio One Health diventasse veramente una priorità per tutti e la salute individuale e quella del pianeta venissero realmente percepite come interdipendenti. 

«Il riconoscimento della necessità di uno sforzo concertato e di un approccio collaborativo alla gestione dei rifiuti associati alla terapia del diabete sta emergendo.  E se tutte le parti interessate collaborano per creare coalizioni impegnate nella sostenibilità dei dispositivi per il diabete e nella gestione dei rifiuti, allora si può fare molto», conclude Heinemann.