Il virus respiratorio sinciziale uccide 100mila bambini l’anno

Il killer che non ti aspetti

Il virus respiratorio sinciziale uccide 100mila bambini l’anno

Il virus respiratorio sinciziale provoca un decesso su 50 tra i bambini sotto i 5 anni e uno su 28 tra i bambini sotto i 6 mesi. Il 97% dei decessi si verifica nei Paesi poveri. Quando arriverà il vaccino si partirà con l'immunizzazione passiva: vaccinare la madre per proteggere il figlio

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Janko Ferlič thepootphotographer, CC0, via Wikimedia Commons
di Roberto Amato

Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) ha provocato oltre 100mila morti nel mondo tra i bambini sotto i cinque anni nel 2019. La stima è frutto di uno studio appena pubblicato su Lancet che per la prima volta calcola l’impatto dell’infezione acuta delle basse vie respiratorie in diverse fasce di età. Tra i neonati sotto i sei mesi si sono registrati 45mila decessi. In un caso su cinque a non sopravvivere all’infezione sono i bambini con pochi mesi di vita. 

«L’Rsv è la causa predominante di infezione acuta delle basse vie respiratorie nei bambini piccoli e le nostre stime aggiornate rivelano che i bambini di sei mesi e più giovani sono particolarmente vulnerabili. I casi  sono in aumento anche perché le restrizioni per Covid-19 si stanno allentando in tutto il mondo e la maggior parte dei bambini piccoli nati negli ultimi due anni non sono mai stati esposti al virus (e quindi non hanno sviluppato immunità contro questo virus). Con numerosi candidati al vaccino in cantiere, le nostre stime per fasce di età più ristrette aiutano a identificare i gruppi a cui dovrebbe essere data la priorità, comprese le persone in gravidanza, in modo che i bambini nelle fasce di età più giovani possano essere protetti in maniera indiretta come accade per altri vaccini, come quelli contro la pertosse, il tifo e il tetano somministrati alle persone in gravidanza», afferma Harish Nair, dell’Università di Edimburgo, nel Regno Unito, coautore dell’indagine.

Il nuovo studio è sostanzialmente in linea con le stime di uno studio precedente del 2015 che parlavano di 33,1 milioni di casi annuali, con un totale di 118.200 decessi complessivi. Ma in aggiunta fornisce stime per gruppi di età più ristretti, compresa la fascia di età tra 28 giorni e sei mesi che è quella con il più alto tasso di mortalità per infezioni da virus respiratorio sinciziale, oltre a raccogliere i dati anche dei decessi avvenuti al di fuori delle strutture ospedaliere. 

In tutto il mondo nel 2019 si sono verificati 33 milioni di episodi di infezione delle vie respiratorie inferiori acute causate da RSV in bambini di età inferiore ai cinque anni, che hanno comportato 3,6 milioni di ricoveri ospedalieri, 26.300 decessi in ospedale e 101.400 decessi complessivi (comoresi quelli in comunità). Le morti per RSV rappresentano il 2 per cento dei decessi annuali per qualsiasi causa in questa fascia di età.

Tra i bambini di età inferiore a sei mesi, nel 2019 si sono verificati 6,6 milioni di casi di infezione acuta delle vie respiratorie inferiori associate al virus sinciziale. Ci sono stati 1,4 milioni di ricoveri ospedalieri, 13.300 decessi ospedalieri e 45.700 decessi complessivi, pari a uno su 50, ovvero il 2,1 per cento dei decessi annuali per qualsiasi causa.

A livello globale solo il 26 per cento delle morti, o circa un decesso su quattro, si verifica in un ospedale, il resto, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, avviene al di fuori delle strutture sanitarie. Complessivamente, il 97 per cento dei decessi nei bambini sotto i cinque anni si è verificato nei Paesi a basso e medio reddito.

«Il nostro studio stima che tre quarti dei decessi per Rsv si verificano al di fuori di un ambiente ospedaliero. Questo divario è ancora maggiore nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente nei bambini di età inferiore ai sei mesi, dove oltre l’80 per cento dei decessi si verifica nella comunità. Ciò dimostra che  l'accesso alle cure ospedaliere è ancora limitato in queste regioni. L'identificazione precoce dei casi nella comunità e il rinvio al ricovero in ospedale dei bambini malati (in particolare quelli con bassa saturazione di ossigeno nel sangue periferico) e programmi di immunizzazione universali efficaci e convenienti saranno fondamentali per il futuro», afferma Xin Wang, della Nanjing Medical University, in Cina e dell’Università di Edimburgo, nel Regno Unito e coautore del studio.