Anche in gravidanza ci si può curare

La campagna informativa

Anche in gravidanza ci si può curare

di Sabrina Valletta
I consigli dell'Aifa su quali farmaci assumere quando si aspetta un bimbo

Spiegare alle future mamme che curarsi non mette a rischio la salute del nascituro e sensibilizzare sul corretto uso dei medicinali in pediatria, perché i bambini non sono uomini in miniatura e, dunque, dare loro metà pillola o mezzo cucchiaio di sciroppo è sbagliato. In questi casi, infatti, "il senso della misura non basta", recita lo slogan, ma solo gli studi clinici condotti sui bambini garantiscono la sicurezza e l'efficacia dei farmaci per loro.

Questi gli obiettivi dei due progetti scientifico-comunicativi dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) - “Farmaci e gravidanza” e “Farmaci e pediatria” - che sono stati presentati oggi a Roma.

Il progetto “Farmaci e gravidanza”, fatto di oltre 400 schede, ordinate per patologia, principio attivo e target, pubblicate sul sito www.farmaciegravidanza.gov.it, è destinato principalmente agli operatori sanitari e alle mamme, e vuole informare sull'importanza che un uso corretto e appropriato del farmaco riveste in gravidanza per tutelare la salute di madre e figlio. «Si tratta di un argomento molto delicato, che però va affrontato perché i bambini hanno bisogno di un’attenzione particolare», afferma Luca Pani, direttore generale dell'Aifa. «L’idea comune è quella che in gravidanza non si possa assumere nessun medicinale, ma questa informazione è falsa. Il non curarsi può causare danni sia alla madre, che al nascituro», mentre solo il 2 per cento delle anomalie nello sviluppo del feto sono dovute ai farmaci.

Eppure ancora oggi, complice anche le paure riconducibili a fatti del passato, come  lo scandalo del talidomide, un farmaco che si scoprì essere all’origine di gravi malformazioni fetali, vi è scarsa consapevolezza di quanto lo stato di salute della madre costituisca un requisito indispensabile per un regolare sviluppo del feto e dei rischi per il nascituro determinati dalla mancanza, invece che dalla somministrazione, di cure nella mamma, quando necessario. Per superare questo gap informativo e supportare il medico nella prescrizione di farmaci nel periodo della gravidanza è stata condotta, con la collaborazione delle università di Padova, Siena e Ancona una revisione della letteratura e degli ultimi studi disponibili e sono state realizzate delle schede informative sulle possibilità di cura presenti, ordinate secondo il profilo beneficio-rischio maggiormente favorevole, per le patologie che più frequentemente si verificano in gravidanza, per le malattie croniche o presenti al momento del concepimento.

A considerare «estremamente utile» questa iniziativa è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: «Grazie ai nuovi strumenti informativi realizzati dall’Aifa, le mamme avranno a disposizione delle risorse, approvate e validate dalla comunità scientifica, per scegliere le opzioni terapeutiche più appropriate per sé e per i propri bambini. Avere maggiore consapevolezza durante questo periodo è estremamente importante», soprattutto in un’era in cui «ci facciamo le auto-diagnosi sul web e anziché essere più informati siamo più disinformati. Negli opuscoli messi a punto dall’Aifa, invece, sono riportate, in modo semplice e chiaro, tutte le informazioni di cui una donna ha bisogno nel periodo della gravidanza».

L’Aifa, inoltre, nella consapevolezza dell’esiguità di studi clinici nei bambini - attualmente circa il 70 per cento dei medicinali utilizzati per la loro cura non ha indicazione pediatrica - e del conseguente impiego in ambito pediatrico di medicinali autorizzati per l’età adulta riducendone il dosaggio, ha avvertito l’esigenza di sensibilizzare operatori sanitari e cittadini sui possibili rischi connessi all’impiego off label, cioè al di là delle indicazioni contenute nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, dei farmaci nei bambini. Dal momento che le modalità di assorbimento e metabolizzazione dei medicinali differiscono nei diversi periodi di crescita rispetto a quelle di un organismo adulto, i bambini non devono essere considerati “piccoli adulti” nel processo di cura e necessitano di terapie studiate e autorizzate per la loro età. Per questo il disegno e la conduzione di studi dedicati costituisce un valore aggiunto per migliorare la sicurezza e l’efficacia dei medicinali nella popolazione pediatrica.

E in merito alla sperimentazione, il ministro Lorenzin si dichiara «d’accordo, sia su quella sui bambini che sugli anziani. Recentemente, sono stata all'Irca nelle Marche e mi hanno posto proprio questo problema. Loro fanno ricerca e sperimentazione clinica e hanno trovato modi diversi di somministrare farmaci e anestesie, riuscendo a intervenire anche su pazienti ultranovantenni. Stiamo lavorando alla nuova norma sulla ricerca e sulla sperimentazione e dobbiamo trovare un modo opportuno perché si faccia ricerca anche su queste categorie: bambini e anziani».

«Queste due iniziative hanno una specificità che le rende uniche», afferma il presidente dell’Aifa, Sergio Pecorelli «perché sono frutto di un lavoro di revisione della letteratura scientifica che ha permesso di fare il punto sullo stato dell’arte delle conoscenze disponibili nei due campi e di metterle a disposizione del pubblico. Con un semplice click chiunque potrà accedere a una miniera di informazioni utili compilate da un gruppo di lavoro costituito da alcuni tra i maggiori esperti del nostro Paese, in un’iniziativa al momento unica nel suo genere in Europa».

Le due campagne saranno veicolate da oltre 2.200 spot televisivi, 1.200 passaggi radiofonici, 7.000 affissioni, 7.300 impianti su trasporto pubblico e 100 pagine sulla stampa nazionale.