Chirurgia intima: quando è veramente necessaria?

DONNE

Chirurgia intima: quando è veramente necessaria?

di redazione
Crescono gli interventi per ringiovanire i genitali femminini. Ma non sempre sono necessari. Ecco come non cadere nelle trappole di specialisti troppo intraprendenti

E se mi facessi un ritocchino proprio lì?

Che sia per fini estetici o nella speranza di aumentare il piacere sessuale, cresce velocemente il  numero di donne che si lascia tentare dal fascino della chirurgia intima. Le opzioni offerte ormai sono innumerevoli: si può per esempio restringere il canale vaginale reso meno elastico dal parto o rimpicciolire le piccole labbra o, ancora, ridurre il cappuccio clitorideo il lembo di pelle che copre la clitoride allo scopo di rendere più esposto questo organello in cui sono concentrate 8.000 terminazioni nervose. 

Si può. Ma è sempre il caso di farlo? 

Anche di questo si parla in questi giorni a Bergamo, nel corso del congresso della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, SICPRE.

Dei ritocchini genitali femminili, un fenomeno in grande ascesa, ma non sempre motivato: «Dal 2011 al 2012 questi interventi sono cresciuti del 24%”. Ancora più forte l’incremento negli States, dove si è registrato un segno + del 50%», dice Luigi Frigerio, direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e presidente della Società Italiana di Chirurgia Ginecologica. «Come fare a riconoscere gli interventi “giusti” da quelli “sbagliati”? 

La risposta, almeno sulla carta, è molto semplice: gli interventi devono essere utili da un punto di vista funzionale e cioè portare come risultato la riduzione o l’eliminazione di fastidi e dolore. 

Basta dolore

Per esempio, spiega Massiliano Brambilla, presidente di questa sessione di lavori nel corso del congresso, «quasi una donna su 10 soffre nel corso della sua vita di dolore vulvare. Gli interventi che permettono di ridurlo sono ineccepibili. E lo stesso vale per tutti i trattamenti di medicina rigenerativa che hanno questo obiettivo, come quelli realizzati con il sangue arricchito di piastrine, il cosiddetto PRP, con il lipofilling, autotrapianto di grasso che sfrutta il potere rigenerativo delle cellule staminali adulte presenti nel tessuto adiposo».

Le novità, in questo campo non mancano: «Abbiamo iniziato a trattare pazienti che soffrono di distrofia vulvare, conseguenza di menopausa e chemioterapia, con una terapia che abbina lipofilling e acido ialuronico», spiega la professoressa Maria Giuseppina Onesti dell'Università La Sapienza di Roma. «Dopo aver fatto una piccola lipoaspirazione, coltiviamo in laboratorio le cellule adipose e le veicoliamo in acido ialuronico. I risultati sono molto incoraggianti anche per la cura del lichen scleroatrofico, malattia che causa il danneggiamento della mucosa vaginale e il precoce invecchiamento dei genitali esterni, con progressiva riduzione delle piccole labbra e restringimento dell’entrata del canale vaginale».

Ma sarà normale?

Non sempre, però, sono i fastidi a spingere le donne tra le braccia della chirurgia intima: spesso, invece, sono i disagi derivanti da un ideale estetico. «In alcuni casi la donna considera poco attraente la propria area genitale, benché normale, con un impatto negativo sulla vita sessuale», dice ancora Frigerio. «A volte c’è una vera e propria confusione tra ciò che è normale e anatomicamente corretto e ciò che è ideale. Per questo è fondamentale informare la donna attraverso un counselling specifico su procedure di cui non conosciamo ad oggi i risultati a lungo termine. In tutto questo, il medico ha un ruolo educativo importante, per evitare lo sfruttamento commerciale di una problematica emergente che può avere ricadute significative sulla qualità di vita». 

Massima attenzione alla scelta dello specialista, insomma. Oltre che essere serio, lo specialista “perfetto” deve lavorare in team, perché questi interventi richiedono anche competenze ginecologiche e urologiche. Da evitare, quindi, i medici troppo “intraprendenti” e disposti a soddisfare ogni richiesta.