Associazione Coscioni: «Medici non obiettori. La Regione Lazio si è mossa nel pieno rispetto della legge»

La polemica

Associazione Coscioni: «Medici non obiettori. La Regione Lazio si è mossa nel pieno rispetto della legge»

di redazione

Ignoranza della legge o volontà di strumentalizzare un singolo caso. 

Per il segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, non c’è altra spiegazione possibile al dibattito innescato dalla decisione dell’Ospedale San Camillo di Roma di selezionare due medici non obiettori per garantire il servizio di interruzioni di gravidanza. 

La legge 194, stabilisce che gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste di interruzione volontaria di gravidanza. 

«La legge prevede anche che la Regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale», dice Gallo. «Dunque, affida alle istituzioni l’obbligo di organizzare le strutture sanitarie in modo tale da garantire l’attuazione della legge. In definitiva il raccordo e il bilanciamento tra le convinzioni morali del medico ed il rispetto dei diritti del cittadino dovrebbe comportare che ogni struttura sanitaria sia nelle condizioni di garantire un servizio previsto dalla legge alla pari di ogni altro diritto sanitario». 

Per il segretario dell’Associazione Coscioni, facendo riferimento a una sentenza del TAR Puglia del 2010, la legge dà spazio per la formulazione di «bandi che prevedano il 50 per cento di medici obiettori e il 50 per cento di medici non obiettori. Ma a monte, riteniamo che la Regione possa istituire dei veri e propri albi che indichino la scelta di ogni sanitario in modo da pubblicizzarla e renderla accessibile ai pazienti». 

Un’ipotesi che risponde in parte a una vecchia proposta dell’Associazione Coscioni. 

«Abbiamo elaborato con i giuristi, i parlamentari, i filosofi morali, i medici e i rappresentanti dei consultori una linea d’azione da adottare con urgenza a fronte dell’elevata percentuale di medici obiettori che rende sempre più difficile per le donne interrompere la gravidanza in tempi brevi e in sicurezza», afferma l’associazione. 

Le proposte concrete che l’Associazione Luca Coscioni e l’ Associazione Italiana per l’Educazione Demografica, Mario Puiatti hanno inviato a tutte le Regioni per garantire, oltre il diritto all’obiezione, il diritto delle donne ad abortire sono la creazione di un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza; l’elaborazione di una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza; concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG; l’utilizzo di medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori; la deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.