Avis: più doni e meglio stai. Ecco il donatore 4.0

Volontariato

Avis: più doni e meglio stai. Ecco il donatore 4.0

di redazione
Stili di vita sani, prevenzione, sviluppo di rapporti sociali e valore per la società: un'indagine studia l'impatto economico e sociale dell'Associazione dei donatori volontari di sangue

Per ciascun euro investito nelle attività del volontariato del sangue, ne tornano più di otto alla comunità. È solo uno degli spunti dello studio del Cergas-Bocconi, presentato lunedì 20 febbraio a Roma alla Camera dei deputati. Lo studio è contenuto nel libro La Vis di Avis - La valutazione dell’impatto economico e sociale dell’Associazione volontari italiani del sangue, che prosegue le ricerche avviate dall’Associazione con la pubblicazionenel 2014 del Libro Bianco sul sistema trasfusionale.

«Per quanto il volontariato non sia nella sua essenza quantificabile – sostiene il presidente Avis, Vincenzo Saturni – con questa ricerca abbiamo voluto svelare le ricadute positive sanitarie e sociali del volontariato del sangue, frutto anche di una organizzazione attenta, capillare e basata sulla programmazione. Ci auguriamo che questo testo possa fungere da strumento di approfondimento e di lavoro per tutti i soggetti interessati, a partire dai decisori politici ai vari livelli, Governo e ministeri competenti, Regioni, Enti locali, per il mondo del volontariato e dell’associazionismo, per gli operatori sanitari del settore trasfusionale e non solo».

L’indagine. I dati sono stati rilevati attraverso i questionari compilati da 1.023 donatori distribuiti su quattro sedi campione.

Un primo risultato positivo sia per il donatore sia per il Servizio sanitario è risultato quel 13% di donatori che, grazie ai test e alle visite mediche che precedono la donazione di sangue, hanno potuto ricevere una diagnosi precoce di qualche patologia di cui non avevano ancora cognizione: possibilità di trattare subito la malattia e risparmio per il Ssn.

Inoltre, il 56,8% e il 42,3% dei donatori ha dichiarato d'aver modificato rispettivamente le proprie abitudini alimentari e di fumatore (eliminando o riducendo il numero delle sigarette).

Anche per l’attività fisica l’impatto è stato significativo, con il 26,2% degli intervistati che hanno aumentato le ore settimanali dedicate alla corsa o ad altri sport.

Benefici anche in campo relazionale e sociale: circa il 30% dei donatori volontari ha stretto rapporti interpersonali con altri associati, con una media di 5,1 persone conosciute. E molto alto (circa il 70%) è la quota di coloro che dichiarano di aver accresciuto il proprio senso di soddisfazione e autorealizzazione dalla partecipazione alle attività dell’associazione. Inoltre, il 32% del campione ha rafforzato la propria disponibilità a collaborare per altre Onlus e il 23% a incrementare le erogazioni liberali.