Il bisogno di sangue non va in vacanza

La campagna

Il bisogno di sangue non va in vacanza

di redazione

Uno spot video per le donazioni di sangue. Si intitola "La bella stagione" in riferimento all'estate che è appena arrivata. 

Ma proprio l'estate non è affatto una bella stagione, anzi è un periodo critico per le persone che hanno bisogno di sangue ed emoderivati. 

Per questo il ministero della Salute ha avviato la campagna di sensibilizzazione alla donazione del sangue "Il tuo sangue, una botta di vita" in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei ministri, d’intesa con il Centro nazionale sangue e il coordinamento Civis delle associazioni maggiormente rappresentative del settore (Avis, Cri, Fidas e Fratres). Il video sottolinea l'importanza di un gesto semplice come la donazione, che richiede un'ora di tempo a chi lo mette in pratica ma che vale una vita intera per chi lo riceve. Oltre allo spot video ne è stato realizzato anche uno per la radio ed entrambi vengono programmati sulle reti televisive e radiofoniche Rai a partire da luglio 2015.

«L’iniziativa di comunicazione», si legge sul sito del ministero, «intende aumentare il numero dei nuovi donatori, fidelizzare il donatore occasionale e programmare la donazione del sangue in modo da evitare criticità nell’approvvigionamento, promuovendo una maggiore partecipazione alla donazione nei mesi estivi e una ottimale modulazione della donazione durante tutto l’anno». Il target di riferimento comprende tutta la popolazione ma soprattutto i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni e i giovanissimi, «futuri potenziali donatori, per educarli alla cultura della solidarietà e dell’attenzione nei confronti dell’altro». L'obiettivo a lungo termine, infatti, è di favorire il ricambio generazionale dei donatori di sangue: il numero dei donatori nel 2014 è leggermente in calo rispetto al biennio precedente. «Il dato assume un interesse rilevante perché è da riferirsi alle difficoltà nel reclutare nuovi donatori e, in particolare, a garantire il ricambio generazionale degli stessi», dicono gli esperti, «a fronte del generale andamento demografico negativo in Italia, che comporta una diminuzione dei donatori nelle fasce più giovani».