Il cibo più buono del mondo? Si mangia in Francia. Ma il gusto non c’entra

La classifica

Il cibo più buono del mondo? Si mangia in Francia. Ma il gusto non c’entra

di redazione
Sono i francesi i più attenti alla sostenibilità, agli sprechi e a un’alimentazione sana

Il cibo più buono del mondo? Si mangia in Francia. Ma, diciamolo subito per calmare gli animi dei paladini della cucina italiana, non stiamo parlando solo di gusto. Nei menù d’Oltralpe e, a seguire, in quelli di Giappone e Canada ci sono i piatti più virtuosi, quelli cioè prodotti con minore impatto ambientale, politiche più attente agli sprechi, e secondo regole alimentari più sane. La Francia guadagna il primo posto soprattutto per le sue innovative politiche contro lo spreco e per l’approccio equilibrato all’alimentazione. Giappone e Canada si collocano al secondo e terzo posto, grazie alle loro politiche di agricoltura sostenibile e alla diffusione di regimi alimentari corretti ed equilibrati. 

Il verdetto che colloca l’Italia a un onorevole sesto posto arriva dal Food Sustainability Index (Fsi), voluto dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (Bcfn) e realizzato da The Economist Intelligence Unit (Eiu), il centro di ricerca del Gruppo The Economist con Bcfn. Il cibo viene giudicato da una prospettiva nuova: per stabilire dove si mangia meglio non si seguono i criteri di una una gara di Masterchef ma 58 parametri in tre ambiti di ricerca: agricoltura sostenibile, sfide nutrizionali e spreco di cibo.

L’indagine ha coinvolto 25 Paesi, rappresentanti oltre i due terzi  della popolazione mondiale e l’87 per cento del Pil globale. In fondo alla classifica, India, Arabia Saudita ed Egitto, che si trovano ad affrontare la doppia sfida dell’obesità e della malnutrizione. E che ancora sono indietro nell’uso sostenibile delle risorse (acqua, soprattutto) e nella riduzione degli sprechi di cibo nella fase della produzione agricola.

L’Italia al sesto posto: mangiamo troppo

Il nostro Paese si piazza a un onorevole sesto posto. È tra i primi 10 Paesi per agricoltura sostenibile - con ottime performance per la diversificazione nel settore agricolo e la gestione dei consumi idrici - ed è il Paese europeo che segna la migliore performance per emissioni di gas serra in agricoltura. Inoltre, l’Italia è indicata tra i Paesi che stanno facendo di più per contrastare lo spreco di cibo, come dimostra anche la legge promulgata lo scorso agosto (insieme alla Francia, l’Italia è uno dei pochi Paesi ad avere una legge che affronta questo problema).

Meno positiva la performance sugli aspetti nutrizionali. In estrema sintesi mangiamo troppo: siamo il terzo Paese per ipernutrizione e al secondo posto per sovrappeso e obesità nella fascia di età tra i 2 e i 18 anni. Ci salva, però, la consapevolezza - ampiamente diffusa nella popolazione - di quanto sia importante seguire una dieta equilibrata e salutare, come la “nostra” dieta Mediterranea.

Germania, Canada e Giappone: i più bravi nell’agricoltura sostenibile

La Germania si aggiudica il primo posto per l’agricoltura sostenibile, per gli ottimi risultati ottenuti nella gestione delle risorse idriche e per l’utilizzo relativamente basso di pesticidi e fertilizzanti. Il Canada si posiziona al secondo posto grazie agli alti punteggi ottenuti per la qualità dei sussidi, la diversificazione della produzione agricola e l’alta produttività.  Dall’altra parte, ai gradini più bassi della classifica, troviamo India, Emirati Arabi ed Egitto.

Sfida nutrizionale: Francia, Giappone e Corea del Sud ai vertici

La Francia deve il suo primato alle politiche che incentivano l’adozione di diete salutari, con iniziative dedicate come la tassazione delle bevande zuccherate. Di contro, i Paesi che dovranno affrontare le maggiori sfide in campo alimentare sono India, Nigeria e Sudafrica. L’India si posiziona all’ultimo posto della classifica soprattutto a causa del regime alimentare insufficiente della sua popolazione, con altissimi livelli di persone malnutrite, mentre il Sudafrica registra un aumento del consumo di “junk food”.

  Non sprecare: a lezione da Francia, Australia e Sudafrica

Sono questi i Paesi che adottano soluzioni più innovative per contrastare lo spreco di cibo (ma anche l’Italia è tra i più virtuosi) 

Il primato della Francia sul food waste è stato raggiunto grazie a un approccio a 360 gradi basato sull’educazione alimentare e su nuove pratiche commerciali. In questo scenario anche l’Italia si classifica nella top ten per gli incentivi alle aziende e ai produttori che donano cibo ai più bisognosi. Un’idea semplice, ma innovativa utile agli altri Paesi che vogliono arginare il problema dello spreco alimentare. 

In futuro un Index anche per le grandi città del mondo

L’Economist Intelligence Unit, insieme con la Fondazione Bcfn, ha avviato anche un nuovo progetto pilota dedicato al sistema alimentare urbano che si chiamerà City Monitor. Questo nuovo Index è pensato per identificare una serie di indicatori con lo scopo di comprendere le dinamiche del sistema alimentare urbano, attraverso la valutazione di dati e abitudini di consumo. In questa fase iniziale, le 16 città scelte sono state selezionate sulla base della loro posizione geografica, della disponibilità dei dati e del loro impegno a implementare una politica alimentare sostenibile. Le città sono: Londra, Milano, Parigi, Toronto, Belo Horizonte, Johannesburg, Shanghai, Kyoto, Messico City, Berlino, Mosca, Tel Aviv, Dubai, San Francisco, Lagos e Mumbai. 

Un premio a chi sa descrivere i paradossi del cibo: nasce il Food Sustainability Media Award

Per mantenere viva l’attenzione del mondo sui paradossi del nostro sistema alimentare, in occasione del 7° Forum Internazionale, la Fondazione Bcfn ha presentato e lanciato il Food Sustainability Media Award, concorso giornalistico internazionale, ideato in collaborazione con la Fondazione Thomson Reuters. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i media sui grandi temi globali riguardanti il cibo: dallo spreco alimentare ai cambiamenti climatici, ai diritti degli agricoltori. Il premio prevede 3 categorie di concorso - giornalismo scritto, video e fotografia - e andrà a chi saprà meglio rappresentare i paradossi del cibo, oltre a proporre soluzioni su come combatterli.