Diabete di tipo 2, la cura personalizzata si fa online

Terapie

Diabete di tipo 2, la cura personalizzata si fa online

di redazione
L'Aifa ha lanciato un innovativo strumento che permette di definire la terapia più adatta ad ogni paziente affetto da diabete mellito di tipo 2. Il sistema si basa su un algoritmo ed è disponibile ad accesso libero sul portale dell'Agenzia

Una "guida" online all'individuazione della terapia più adatta per ogni paziente affetto in Italia da diabete di tipo 2, in tutto tre milioni e mezzo di individui. È questo in sostanza l'Algoritmo sulla terapia del diabete di tipo 2, sviluppato dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) con la collaborazione della Società italiana di diabetologia (Sid) e dall'Associazione medici diabetologi (Amd).

«Non c'è terapia personalizzata se non è partecipata dal paziente», sono state le parole di Luca Pani, direttore generale dell'Aifa, nel corso della presentazione ufficiale del nuovo strumento. E infatti l'Algoritmo vuole essere una bussola per orientare medici e cittadini nell'individuazione della terapia farmacologica più adatta alle esigenze del singolo paziente, mutevoli nel corso del tempo e differenti da persona a persona.

La disponibilità di farmaci ipoglicemizzanti è infatti molto ampia e tarare la cura migliore per il singolo è un compito delicato. E qui entra in gioco questo sistema on line ad accesso libero pubblicato sul portale Aifa, nella sezione "Percorsi decisionali sui farmaci", che aiuta nella definizione innanzitutto del target glicemico da raggiungere e successivamente nella scelta dei farmaci più adatti, anche in combinazione fra loro e in situazioni dove la metformina, il farmaco di scelta, non possa essere impiegato. L'algoritmo si divide in tre sezioni, la prima dedicata ad individuare l'obiettivo glicemico attuale del paziente, la seconda e la terza ad orientare la scelta della terapia. Per misurare il target glicemico è necessario verificare la percentuale di emoglobina glicata (HbA1c) presente nel sangue che riflette i valori di glicemia degli ultimi mesi e consente di prevedere eventuali complicanze micro e macrovascolari del diabete. «Con i medicinali ipoglicemizzanti attualmente in commercio è possibile ricorrere a oltre 150 combinazioni», ha spiegato Enzo Bonora, presidente Sid. «A ciò si aggiunge il fatto che ogni paziente costituisce un unicuum, perché il diabete, a differenza delle altre principali malattie croniche, colpisce una molteplicità di organi del corpo con conseguenze differenti da persona a persona».

Per combattere il diabete, che è ormai diventato un'epidemia a livello mondiale, serve l'adesione del paziente, che deve partecipare alla scelta della terapia da seguire ma anche cambiare il proprio stile di vita. «L'Algoritmo entra in gioco quando le misure correttive sull'alimentazione e sulla vita sedentaria non sono più sufficienti a raggiungere o a mantenere l'obiettivo glicemico individuato», ha aggiunto Luca Pani. «Esso è sviluppato per pazienti con neo diagnosi e/o non ancora in trattamento farmacologico; tuttavia è possibile utilizzarlo anche nel caso di pazienti già in terapia ipoglicemizzante accedendo direttamente in corrispondenza del punto più vicino a quest'ultima. Il passaggio ad ogni step successivo dell'algoritmo è previsto qualora il target desiderato di emoglobina glicata non sia stato raggiunto alla dose massima tollerata della terapia in atto sino a quel momento. Ovviamente, il sistema può anche essere percorso al contrario, nel caso in cui le mutate condizioni cliniche suggeriscano una riduzione dell'attuale terapia».

Lo strumento, oltre ad essere un valido supporto per medici e pazienti, è anche un termometro della sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. Fornendo infatti dati sull'utilizzo reale dei medicinali nella pratica clinica quotidiana, permette di valutare l'appropriatezza delle prescrizioni mediche e il rispetto della rimborsabilità sostenibile a carico del Ssn. Fattori importantissimi, se si pensa che «la spesa diretta per la cura al diabete comprende farmaci, presidi e "prestazioni" per l'assistenza che comportano l'impiego di risorse professionali e tecnologiche che complessivamente assorbono una consistente quota del finanziamento sanitario in ogni Paese», ha precisato il presidente dell'Amd Antonio Ceriello.