Farmaci di fascia C nei supermercati, il no di Fofi e Federfarma

Ddl concorrenza

Farmaci di fascia C nei supermercati, il no di Fofi e Federfarma

di redazione

Il servizio farmaceutico è un servizio al cittadino e non un "mercato" per soggetti che vogliono ampliare le proprie attività. Le associazioni di categoria non ci stanno alle proposte di liberalizzazione nella distribuzione dei farmaci avanzata dal governo con il ddl sulla concorrenza. «Non si comprende per quale ragione si riproponga la vendita dei farmaci soggetti a prescrizione non rimborsati al di fuori delle farmacie convenzionate, quando sia la Corte Costituzionale sia la Corte di Giustizia Europea hanno ribadito che questa previsione non contrasta con le regole, anche comunitarie, sulla concorrenza e la libertà di stabilimento ed è funzionale alla tutela della salute pubblica», afferma la Federazione degli ordini dei farmacisti (Fofi).

A farle eco c'è anche Federfarma, la Federazione che rappresenta le oltre 16mila farmacie private: «È autolesionista uno Stato che smonta pezzo per pezzo un servizio pubblico che funziona e che viene erogato da operatori privati in nome e per conto dello Stato stesso. Pur di garantire ai supermercati un incremento di fatturato si finirebbe per privare i cittadini di un servizio sanitario efficiente e capillare sul territorio», sono le dure parole di Annarosa Racca, presidente di Federfarma. Dare ai supermercati anche la possibilità di vendere farmaci con ricetta medica, secondo Federfarma, porterebbe all'impoverimento e alla conseguente chiusura di molte piccole farmacie, aumenterebbe il rischio di abuso dei farmaci riducendo di fatto l'opera di farmacovigilanza messa in pratica dai farmacisti.