Il “manuale” di papa Francesco sul “prendersi cura” del paziente

Giornata mondiale del malato

Il “manuale” di papa Francesco sul “prendersi cura” del paziente

di redazione
Il tradizionale messaggio della Giornata contiene quest'anno una breve guida sul comportamento da tenere davanti al malato sia da parte dei sanitari sia dalle altre persone che lo assistono

Quali sono le attenzioni che i sanitari o anche le persone che assistono a vario titolo un malato devono avere per una reale “presa in carico”? A rispondere è papa Francesco che, in occasione della XXIII Giornata mondiale del malato che si celebra l'11 febbraio, nel tradizionale messaggio annuale compila una sorta di breve manuale per la reale presa in carico dei malati.

«Il tema della Giornata di quest’anno – scrive Francesco - ci invita a meditare un’espressione del Libro di Giobbe: “Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo” (29,15). Vorrei farlo nella prospettiva della “sapientia cordis”, la sapienza del cuore».

Questa sapienza, spiega il papa, «non è una conoscenza teorica, astratta, frutto di ragionamenti. Essa piuttosto, come la descrive san Giacomo nella sua Lettera, è “pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera” (3,17)».

Da queste premesse il papa individua quattro atteggiamenti da applicare davanti al malato per la sua reale presa in carico.

1. Servire. «Sapienza del cuore – scrive il papa - è servire il fratello», nel senso di stare «vicino ai malati che hanno bisogno di un’assistenza continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio, specialmente quando si prolunga nel tempo, può diventare faticoso e pesante. È relativamente facile servire per qualche giorno, ma è difficile accudire una persona per mesi o addirittura per anni, anche quando essa non è più in grado di ringraziare». 

2. Stare accanto. «Sapienza del cuore – continua Francesco - è stare con il fratello», perché «grazie alla nostra vicinanza e al nostro affetto, si sentono più amati e confortati». Il papa in questo caso rileva che «quale grande menzogna invece si nasconde dietro certe espressioni che insistono tanto sulla “qualità della vita”, per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute!».

3. Uscire da sé. «Sapienza del cuore – spiega ancora il papa - è uscire da sé verso il fratello». Anche se questa è «un’assoluta priorità» per chi prende in carico un malato. Questo purtroppo è un atteggiamento molto diffuso in quanto «il nostro mondo – rileva il papa - dimentica a volte il valore speciale del tempo speso accanto al letto del malato, perché si è assillati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e si dimentica la dimensione della gratuità, del prendersi cura, del farsi carico dell’altro». 

4. Essere solidali. «Sapienza del cuore – infine - è essere solidali col fratello senza giudicarlo», in quanto «la carità ha bisogno di tempo. Tempo per curare i malati e tempo per visitarli. Tempo per stare accanto a loro». In altri termini «la vera carità è condivisione che non giudica, che non pretende di convertire l’altro; è libera da quella falsa umiltà che sotto sotto cerca approvazione e si compiace del bene fatto».