La lettera aperta a Draghi dei giovani medici Anaao Assomed: “Ascolti chi lavora ogni giorno negli ospedali”

L’appello

La lettera aperta a Draghi dei giovani medici Anaao Assomed: “Ascolti chi lavora ogni giorno negli ospedali”

di redazione

Condizioni di lavoro indecorose, carenza di personale, mancanza di  programmazione dei percorsi di cura, strutture inadeguate ai bisogni dei pazienti. Sono solo alcune dei punti critici della sanità denunciati dai giovani medici dell’Anaao in una lettera aperta al presidente del Consiglio Mario Draghi. La quarta ondata della pandemia ha riportato a galla i problemi mai risolti dell’assistenza sanitaria, dicono i firmatari della lettera, dimostrando che «la sanità pubblica non è stata, ancora una volta, considerata come merita, avendo destinato al suo personale finanziamenti scarsi e insufficienti». 

Nuovamente i medici sono costretti a procrastinare le cure ordinarie che inevitabilmente si trasformeranno presto in nuove emergenze. 

Dall’inizio della pandemia a oggi, denunciano i medici Anaao, non è stato fatto nulla per evitare che Covid compromettesse il normale svolgimento delle attività del servizio sanitario. 

«Agli elogi su carta (straccia) che ci hanno accompagnato nella prima fase della pandemia, sono seguite le rinnovate aggressioni (se ne contano più di 3000 in un anno), le ore di lavoro straordinario non retribuite dalle aziende sanitarie (10 milioni l’anno), le giornate di ferie arretrate di cui non possiamo godere (5 milioni l’anno), condizioni di lavoro indecorose che negano i diritti più elementari, e, come ciliegina su una torta avvelenata, un contratto di lavoro già scaduto e nemmeno applicato. Allora Le chiediamo, Presidente, è davvero questa l’idea che la politica italiana ha dei medici ospedalieri?», scrivono i giovani medici di Anaao che rivolgono al presidente del Consiglio  alcune richieste puntuali. 

«Vogliamo credere che si voglia investire seriamente nella sanità italiana, portando la spesa complessiva oltre quell’8,8 per cento che è stato raggiunto nel 2021 e che, seppur migliorato rispetto al passato (+1,3%), ancora appare al di sotto della media UE28 (oltre il 9,5%) e a quella dei principali paesi europei con i quali dobbiamo confrontarci (Francia, Germania si attestano oltre l’11%).

Purtroppo però, nonostante per il nostro Paese a 40 anni suonati siamo ancora i giovani medici, non siamo tanto giovani da credere ancora alle favole. Perché quello che leggiamo ci dice altro. Le risorse assegnate dal  PNRR alla Sanità (circa  20 miliardi) sono solo al sesto posto per importanza, prevalentemente destinati alla ricostruzione della sanità territoriale, mentre appena 2 miliardi arrivano dalla Legge di bilancio al Fondo Sanitario Nazionale al lordo dei costi del rinnovo del contratto di lavoro per tutto il personale del SSN». 

La lettera si conclude con la richiesta di un incontro per poter portare la testimonianza di «chi lavora ogni giorno nelle corsie degli ospedali e, forse meglio di chiunque altro, può rappresentare le difficoltà reali e le possibili soluzioni. Chiudiamo questa nostra lettera con le parole del Presidente Mattarella che ha voluto citare “come patrimonio inestimabile di umanità, l’abnegazione dei medici, dei sanitari, dei volontari. Di chi si è impegnato per contrastare il virus. Di chi ha continuato a svolgere i suoi compiti nonostante il pericolo”».