L'integratore vende più del farmaco (senza ricetta)

Tendenze

L'integratore vende più del farmaco (senza ricetta)

di redazione
Crescono numero di utilizzatori e fatturato. Otto italiani su dieci, soprattutto over 65 e donne, li hanno usati almeno una volta nell'ultimo anno. Più per curarsi e prevenire malanni che per migliorare le proprie prestazioni fisiche e cognitive

Più di due italiani su tre hanno fatto ricorso nel 2014 a integratori alimentari, con un aumento del 12% rispetto a due anni prima. È uno dei dati dell’indagine Integratori alimentari: il consumatore e il ruolo del medico che GfK Eurisko ha realizzato per Federsalus, l'Associazione dei produttori e distributori di integratori alimentari e prodotti dietetici.

A quanto pare, insomma, la crisi sembra non toccare il settore. Anzi, un'altra conferma del suo buono stato di salute (!) viene dai dati economici: secondo alcune indagini di mercato, infatti, gli integratori in farmacia hanno sviluppato nell’ultimo anno (terminato a gennaio 2015) 2.164,4 milioni di euro per un totale di 144,1 milioni di confezioni vendute, valore paragonabile a quello dei farmaci senza ricetta. Il trend di crescita è del 7,9% a valore e del 7% in unità vendute. In particolare, poi, nel comparto integratori, a differenza della generale sofferenza degli altri, la crescita si è registrata anche nella grande distribuzione organizzata (Gdo), con un valore di fatturato generato di 146 milioni di euro per un totale di 24 milioni di confezioni vendute.

Soprattutto cura e prevenzione. Tornando all'indagine Gfk (realizzata su un campione di 7.118 italiani rappresentativo della popolazione adulta e di 807 medici rappresentativo dei medici di medicina generale e dei principali specialisti), i motivi di utilizzo degli integratori riguardano innanzitutto esigenze di “cura” (40%) e “prevenzione” (39%), seguite solo al terzo posto dal “tono e rinforzo” (38%). Le donne si confermano i principali consumatori di integratori (il 58% del totale), anche se cresce il numero degli uomini che ne fanno uso (42%). L’utilizzo nell’area del “tono e del rinforzo” interessa soprattutto i giovani (20%) che puntano a migliorare le performance fisiche e cognitive e le difese immunitarie.

I riferimenti per i consumatori. Seppure con ruoli diversi, il medico e il farmacista si confermano gli interlocutori di riferimento per i consumatori, che si rivolgono a loro per un consiglio in due casi su tre. Secondo la ricerca, più della metà (il 52%) dei medici di famiglia e un terzo (il 33%) degli specialisti consiglia abitualmente integratori alimentari. I primi, in particolare, soprattutto per risolvere problemi gastrointestinali (instestinali 38%, gastrici 49%), cardiovascolari (colesterolo e dislipidemie) (57%) e osteoarticolari (47%); i secondi, invece, principalmente per problemi relativi agli occhi (45%), l’apparato urogenitale (35%) e i problemi femminili (25%). Al farmacista il consumatore si rivolge soprattutto per disturbi da raffreddamento (38%), problemi di capelli (32%), sonno (30%), tono ed energia (28%), vitamine e sali minerali (25%).

Le fonti di informazione. La principale fonte di informazione del medico in materia di integrazione alimentare è l'informatore scientifico (92% dei medici di famiglia e 85% degli specialisti). Internet e gli strumenti di divulgazione informativa, come le newsletter scientifiche, si confermano comunque fonti di informazione d’interesse, utilizzate dal 35% degli specialisti e dal 22% dei medici di medicina generale.