Marco De Vivo (IIT) premiato dall’American chemical society. È la prima volta per un ricercatore italiano

Il premio

Marco De Vivo (IIT) premiato dall’American chemical society. È la prima volta per un ricercatore italiano

di redazione

Nato a Rimini, 42 anni, chimico, con un’esperienza nei più prestigiosi laboratori europei ed americani, Marco De Vivo è il primo ricercatore di un’istituzione italiana a ricevere il prestigioso premio “OpenEye Outstanding Junior Faculty Award” della Società Americana di Chimica (American Chemical Society – ACS), dedicato ai giovani scienziati che si distinguono per risultati rilevanti nel settore della chimica computazionale.

Marco De Vivo, all’Iit dal 2009 e responsabile del gruppo di ricerca "Molecular Modeling & Drug Discovery”, è stato premiato per lo studio di enzimi che regolano il Dna e Rna nelle cellule, grazie all’utilizzo di simulazioni a computer. Si tratta di ricerche utili allo sviluppo di nuove terapie personalizzate. 

Le sue ricerche e quello de gruppo che dirige si sono concentrate su modelli molecolari di sistemi biologici e composti chimici di interesse farmacologico, attraverso l’uso del computer. Il calcolo computazionale permette, infatti, di individuare dettagli importanti dei sistemi biologi complessi, come il Dna, e dell’interazione tra composti chimici e sistemi biologici, impossibili da misurare attraverso tecniche sperimentali tradizionali. Il computer ha una marcia in più: la macchina permette di  simulare eventi che accadono su scale di dimensione molto piccola (nanometri e micrometri) e in tempi molto variabili, dal picosecondo, in su.

Nel loro ultimo lavoro, ad esempio, De Vivo e il suo gruppo hanno scoperto la dinamica che guida la polimerizzazione del Dna, ovvero l’assemblaggio dei vari mattoncini (nucleotidi) di Dna o Rna, che costituiscono i filamenti del materiale genetico. Tale dinamica l’hanno nominata Sam, che sta per “Self-Activated Mechanism”. 

Sam è dunque un meccanismo biochimico fondamentale per la replicazione – polimerizzazione – degli acidi nucleici. La comprensione di queste reazioni biochimiche apre nuovi scenari in diversi campi della scienza, dal design di nuovi farmaci antitumorali capaci di bloccare Sam in cellule affette da cancro; o ancora la comprensione delle basi molecolari necessarie allo sviluppo di forme di codice genetico artificiali, che si propongono oggi come alternative sintetiche al materiale genetico naturale, con importanti potenzialità terapeutiche. 

Questo studio è stato pubblicato sul Journal of the American Chemical Society con il richiamo in copertina insieme ad un editoriale che riflette l’importanza del risultato scientifico.