La Società Italiana di Neurologia lancia un progetto per ridisegnare i percorsi assistenziali territoriali

L’iniziativa

La Società Italiana di Neurologia lancia un progetto per ridisegnare i percorsi assistenziali territoriali

di redazione

Ridurre le distanze tra ospedale e territorio, coinvolgere e coordinare tutti i nodi territoriali per ottimizzare la gestione del percorso dei pazienti con malattie neurologiche croniche, puntare sull’empowerment del cittadino-paziente, ridurre i costi non necessari e gestire la complessità favorendo la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Sono alcuni degli gli obiettivi del progetto Smrt Care Neurologia, documento redatto dalla Società Italiana di Neurologia in collaborazione con la Simm, coordinato da Over Group e realizzato grazie al contributo incondizionato della Roche per ideare un modello organizzativo per la neurologia coerente con le migliori pratiche e capace di coordinare tutti i soggetti e le strutture coinvolti. 

«L’obiettivo consiste nel posizionare più appropriatamente i servizi sanitari nel luogo a maggior valore, delocalizzando una parte dell’assistenza sanitaria ai malati neurologici tradizionalmente fatta in ospedale verso il territorio, nell’ottica di individuare il miglior setting di cura che garantisca massima qualità, ottimizzazione delle risorse e sostenibilità del sistema e appropriatezza organizzativa», ha spiegato Alfredo Berardelli, professore Ordinario di Neurologia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Direttore UOC Neurologia dell’AOU Policlinico Umberto I di Roma e Presidente della Società Italiana di Neurologia.

In Italia vivono circa oltre un milione di persone con demenza, di cui circa 700mila con malattia di Alzheimer o oltre 900mila con decadimento cognitivo lieve. La loro presa in carico è affidata a circa 579 Centri per i Disturbi Cognitivi e Demenze e 537 Centri Diurni e 728 RSA, dotati di modelli organizzativi molto eterogenei sia per composizione (personale impiegato, presenza del neuropsicologo, etc.) che per distribuzione sul territorio nazionale. 

«L’attuale organizzazione socio-sanitaria è lungi dal soddisfare le necessità clinico-assistenziali e ancor più sociali di questi pazienti e delle loro famiglie, sulle quali ricade gran parte degli oneri gestionali, specie nelle fasi più avanzate di malattia. Per accogliere ed indirizzare opportunamente pazienti e caregiver, anche nell’attesa di possibili nuovi farmaci in grado di modificare il decorso di malattia, andrebbe previsto un percorso mirato alla identificazione e presa in carico dei pazienti in fase precoce, mediante una riorganizzazione dei servizi», ha dichiarato Gioacchino Tedeschi, professore di Neurologia presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, direttore UOC Neurologia dell’AOU “Luigi Vanvitelli” di Napoli e past president della Società Italiana di Neurologia.