Tattoo, 12 mila i "pentiti". Le 10 cose da sapere prima di rimuoverli

Estetica

Tattoo, 12 mila i "pentiti". Le 10 cose da sapere prima di rimuoverli

di redazione
Nel 2014 i pentiti dei tatuaggi sono stati 12 mila. Ecco il decalogo dell'Associazione italiana chirurgia plastica estetica (Aicpe) sulle cose da sapere prima di cancellare un tattoo

Probabilmente nel momento in cui lo si fa si è convinti al cento per cento e si sopporta la sofferenza fisica pur di incidere un disegno sul corpo. Poi però può arrivare il giorno in cui quel tatuaggio tanto desiderato perde di fascino o semplicemente non può più stare lì in bella mostra. Non è così raro, a guardare i dati dell'Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe): solo nel 2014 le rimozioni di tatuaggi sono state 12 mila. C'è chi lo fa per evitare problemi in certi posti di lavoro, chi vuole eliminare nomi o ricordi legati all'ex partner oppure chi desidera cancellare le tracce di un vecchio disegno ormai sbiadito.

Fatto sta che i pentiti del tatuaggio non mancano e siccome «togliere un tatuaggio è molto più difficile che farlo, e non sempre è possibile riuscirci», come spiega Luca Siliprandi, chirurgo plastico vice presidente di Aicpe, è importante conoscere alcune cose prima della rimozione. Sempre tenendo conto che, in corrispondenza del tatuaggio rimosso, potrebbe rimanere una sorta di ombra chiamata "fantasma del tatuaggio", che può durare alcuni anni o anche per sempre.

1) Per prima cosa, la completa scomparsa non è sempre possibile. «Il laser non sempre cancella del tutto il tatuaggio, così come la gomma cancella il segno di una matita», afferma Siliprandi. «L'efficacia del trattamento dipende da colore, profondità, densità e tipo di pigmento e dal fototipo del paziente, cioè dal colore della sua pelle (bianca, olivastra, nera)».

2) Bisogna rivolgersi solo a professionisti esperti del settore, in grado di proporre tecniche moderne. «Al momento la tecnica più efficace è rappresentata dai laser q-switchati, laser Q-S, strumenti che producono un impulso laser di brevissima durata», dice il vicepresidente di Aicpe. «Questo distrugge le cellule entro le quali sono accumulati i granuli di pigmento, spezzandoli in frammenti più piccoli che vengono smaltiti nei liquidi corporei o da cellule migranti nel corso dei giorni e delle settimane successive. Ripetuti trattamenti, distanziati da un congruo periodo di tempo, in genere 45 – 60 giorni, per consentire la spontanea rimozione dei pigmenti, consentono di perseguire la progressiva scomparsa del tatuaggio».

3) Occhio ai tempi e armatevi di pazienza: sono necessarie diverse sedute distanziate di circa 6-8 settimane. In questo periodo l'esposizione della cute trattata al sole o a lampade abbronzanti dev'essere evitata almeno per un mese, avendo cura, nelle corso delle prime esposizioni, di utilizzare creme a filtro solare ad alta protezione (filtri 30+-50+).

4) Quarto, è difficile sapere in anticipo quante sedute serviranno per rimuovere un tatuaggio. Nei casi più facili variano da 3 a 5, mentre in quelli più difficili si arriva a 8-12 sedute. In una minima percentuale di casi il trattamento può essere insoddisfacente. Dipende da diversi fattori: il tipo di tatuaggio (quelli professionali sono normalmente più difficili da rimuovere a causa della maggior profondità del pigmento e della sua elevata densità); il colore (il verde, l'azzurro e soprattutto il giallo, sono molto difficili (a volte impossibili) da rimuovere, mentre il rosso, in alcuni casi, può scurirsi, per effetto di eventuali materiali ferrosi presenti nel pigmento). I tatuaggi più vecchi sono più facili da cancellare rispetto a quelli più recenti, perché il corpo ha già eliminato una parte del pigmento.

5) La durata di ogni singola seduta dipende dalla superficie del tatuaggio da rimuovere. Una superficie di 4 centimetri di lato viene trattata in una decina di minuti.

6) La sesta cosa da sapere riguarda i tatuaggi cosmetici (sopracciglia, labbra, areole, camouflage di cicatrici) di colore rosa-marron-arancio: devono essere trattati con molta prudenza, effettuando test su piccole aree prima di procedere al trattamento completo, in quanto «contengono zinco e ossido di titanio e se trattati con il laser Q-S possono annerirsi irreversibilmente», aggiunge lo specialista di Aicpe.

7) Il paziente può interrompere il trattamento di rimozione in qualsiasi momento, consapevole però che in questo modo il lavoro non è completato.

8) Il trattamento con laser Q-S è doloroso. Per ridurre il dolore viene di norma applicata della crema anestetizzante 30 minuti prima della seduta e durante il trattamento applicato del ghiaccio sulla cute.

9) La rimozione è più problematica per chi ha la pelle scura. «Chi ha la pelle olivastra, mulatta o nera o comunque di colore più scuro del tatuaggio da rimuovere corre un forte rischio di alterare la pigmentazione – spiega Siliprandi -. La rimozione è sconsigliata anche a chi ha la tendenza a sviluppare cicatrici ipertrofiche o cheloidee, a chi presenta infezioni attive della pelle. Attenzione invece a terapie farmacologiche o con farmaci foto sensibilizzanti».

10) L'ultimo avvertimento riguarda come trattare l apelle dopo il trattamento di rimozione, quando si formano delle bollicine. In questo caso è bene usare unguenti antibiotici e applicare una medicazione occlusiva con garza vaselinata per uno o due giorni, fino alla formazione delle croste.