Un'alleanza digitale per la cura del diabete

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Un'alleanza digitale per la cura del diabete

di redazione

Nonostante i progressi della ricerca, solo il 6,5 per cento delle persone con diabete di tipo 2 in Europa risulta oggi in pieno controllo della malattia. In altri termini, il principale problema che diabetologi e persone con diabete devono affrontare ogni giorno è sempre lo stesso: il controllo metabolico della malattia ossia il mantenimento dei livelli di vari parametri nella norma.

Secondo lo studio GUIDANCE condotto in otto Paesi europei tra cui l’Italia per determinare il grado di adesione alle linee guida per il trattamento del diabete di tipo 2 e valutare i risultati di cura ottenuti, solo una persona con diabete su due (il 53,6%) raggiunge valori di emoglobina glicata (HbA1c) inferiori al 7 per cento, considerato la soglia di buon controllo, e solo il 6,5 per cento delle persone ottiene contemporaneamente i target di cura per HbA1c, pressione arteriosa e colesterolo LDL, due tra le condizioni più frequentemente associate al diabete di tipo 2.

«Sul mancato raggiungimento di un buon controllo del diabete da parte dei pazienti – osserva Riccardo Fornengo, consigliere nazionale dell’Associazione medici diabetologi (Amd) - gravano fattori come la scarsa percezione, da parte della persona con diabete, di alcuni medici e di parte della società, della pericolosità della malattia, il numero di malattie croniche che il paziente deve gestire in contemporanea, i determinanti sociali, come reddito, cultura e lavoro, che influiscono sulla capacità di gestione della malattia stessa. Inoltre, non dobbiamo dimenticarci dell’inerzia terapeutica, cioè la ritardata o mancata attuazione di una corretta intensificazione della terapia, che sfocia nell’insuccesso del controllo del diabete».

«Riteniamo che, coniugando le opzioni tecnologiche e terapeutiche possibili con il concetto di personalizzazione della gestione della malattia, possiamo dare un contributo importante a rispondere in maniera efficace alle necessità di tutti gli interlocutori - comunità medico-scientifica, ma soprattutto persone con diabete – e migliorare l’assistenza e gli outcome clinici» dice Massimo Balestri, amministratore delegato di Roche Diabetes Care.

Nasce così la nuova alleanza con Meteda, società che ha sviluppato la cartella clinica informatizzata diabetologica (Smart Digital Clinic), per implementarla in tutti i centri di diabetologia in Italia. «Uno strumento per i diabetologi che per semplicità d’uso, chiarezza e possibilità di personalizzazione dovrebbe contribuire a valorizzare i dati clinici, ottimizzare il tempo della visita e, in ultima analisi, favorire una miglior gestione della persona con diabete» assicura Balestri.

«La strada oggi segnata, non solo per la cura del diabete, ma anche per altre malattie, è quella dei processi di analisi dei dati, resa possibile dalla digitalizzazione applicata alla sanità» spiega Marco Vespasiani, Sales & Marketing Manager di Meteda. «Questo strumento – aggiunge - è risultato fondamentale per l’analisi di numerosi parametri legati alla cura delle persone con diabete e per il miglioramento della gestione della malattia. Ne è testimonianza il progetto Annali dell’Associazione medici diabetologi che, tra le altre cose, ha dimostrato come i Centri diabetologici che raccoglievano e analizzavano da più tempo i dati dei loro assistiti, utilizzando la cartella clinica diabetologica digitale, ottenevano migliori performance nella cura delle persone».