Il morbillo fa ancora morti in Europa

Malattie infettive

Il morbillo fa ancora morti in Europa

di redazione

L’obiettivo è farli sparire dall’Europa entro il 2015, ma morbillo e rosolia continuano a circolare nel vecchio continente. 

Certo, niente a che vedere con i tempi in cui erano considerate malattie poco più gravi di un raffreddore e non erano disponibili vaccini per prevenirle. 

Il numero di casi resta però alto. 

A fornire i dati è l’ultimo monitoraggio su morbillo e rosolia in Europa realizzato da (qui il rapporto completo) dall’European Centre of Disease Prevention and Control (ECDC) che prende in considerazione il periodo compreso tra novembre 2012 e ottobre 2013.

Ebbene, in questo lasso di tempo, nei 30 paesi dell’Area economica europea, si sono verificati circa 12 mila casi di morbillo ed è l’Italia la nazione più colpita. 

Più di un quarto dei casi (circa 3.500) si sono verificati nei nostri confini. A seguire la Gran Bretagna (leggi La pericolosa eredità del dottor Wakefield) e i Paesi Bassi con poco più di 2.000 casi.

Inutile dire che la quasi totalità delle persone colpite non si era sottoposta alla vaccinazione. In particolare, l’82 per cento non era per niente vaccinato, il 9 per cento aveva ricevuto una sola dose di vaccino, lo 0,5% aveva ricevuto due o più dosi.

Nell’anno trascorso, inoltre, il morbillo ha causato in Europa tre decessi accertati e otto casi di encefalite, una grave infiammazione del sistema nervoso.

Ancora più alto il numero di casi di rosolia (circa 39.000). La quasi totalità di essi si sono verificati in Polonia in persone non vaccinate. 

In Italia, i casi rilevati sono stati soltanto 3.