Malati reumatici: Anmar e i reumatologi scrivono a Lorenzin per chiedere la continuità terapeutica

La lettera

Malati reumatici: Anmar e i reumatologi scrivono a Lorenzin per chiedere la continuità terapeutica

di redazione

Le scelte sono due: pagare di tasca propria per continuare a usare lo stesso farmaco o rischiare gli effetti collaterali di un sovradosaggio con il farmaco equivalente. A trovarsi di fronte a questo bivio sono i malati reumatici che rischiano di dover rinunciare alla continuità terapeutica. È quanto hanno denunciato l’Associazione Nazionale Malati Reumatici (Anmar) e i reumatologi in una lettera aperta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e all’Aifa.

«I pazienti reumatici, che da anni utilizzano la ciclosporina e che vorranno continuare l’utilizzo del farmaco brand, saranno costretti a pagare di tasca propria un altissimo ticket (massimo 67 euro a confezione) o a esporsi agli effetti collaterali di un sovradosaggio farmacologico, come evidenziato dalla stessa Aifa. Tutto ciò senza che la stessa agenzia abbia tenuto in serio conto che la sostituzione del farmaco brand con l’equivalente comporterà oneri maggiori per le più frequenti visite di controllo e per il dosaggio della ciclosporinemia con conseguente possibile riduzione della compliance e della aderenza terapeutica da parte del paziente». 

Anmar e gli altri firmatari della lettera, tra cui il Collegio dei reumatologi ospedalieri (Crel) e dei professori ordinari di reumatologia (Nireuma) e la Società italiana di reumatologia (Sir), chiedono che «venga concessa la continuità terapeutica con il farmaco brand ai malati reumatici, adottando con chiarezza tutti i provvedimenti necessari affinché non si creino discriminazioni, tra regione e regione, per i cittadini portatori di patologie croniche o peggio ancora che per condizioni sociali ed economiche, non possano accedere al pagamento della differenza di prezzo imposta». Inoltre, la scelta di sostituire il farmaco di marca con il generico in questo caso non sembra così vantaggiosa. Anzi, dice Anmar, c’è il rischio di spendere di più.

«È di tutta evidenza – dice Silvia Tonolo vice presidente di Anmar - che la gestione della sostituzione comporterà un monitoraggio più frequente, così come specificato dalla stessa agenzia, con un costo per il servizio sanitario nazionale di gran lunga superiore al mantenimento in terapia con il farmaco brand».