Lazio, studi medici aperti anche nel fine settimana

Patto Regione-sindacati

Lazio, studi medici aperti anche nel fine settimana

di Sabrina Valletta

I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta saranno a disposizione dei pazienti 12 ore al giorno, anche nel fine settimana e nei festivi. Questi gli obiettivi del protocollo firmato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e dai sindacati di medicina generale. 

Tra gli obiettivi c’è anche il trasferimento delle cure per le patologie croniche dall’ospedale alle strutture sul territorio: in questo modo la Regione intende migliorare l’appropriatezza delle cure e garantire la continuità assistenziale ai pazienti. Le novità saranno operative da settembre.

Ecco cosa prevede nello specifico l’accordo:

1. Assistenza territoriale h24 con strutture per le cure primarie aperte 12 ore al giorno e attraverso il servizio di continuità assistenziale, ex guardia medica;

2. Cure primarie garantite anche nei giorni festivi;

3. Protocolli specifici per i pazienti con patologie croniche, come ad esempio diabete e scompensi cardiaci. Oltre ai protocolli operativi, per curare al meglio questi pazienti la Regione utilizzerà anche una piattaforma clinica con cui condividere informazioni cliniche tra i medici delle cure primarie e i presidi sanitari;

4. Riduzione dei tempi d’attesa per le prestazioni diagnostiche: partendo dal piano già adottato per abbatterle e dall’appropriatezza in termini di spesa farmaceutica;

5. Interventi sotto controllo: grazie a degli indicatori specifici sul processo e l’esito degli interventi eseguiti, la Regione definisce un preciso sistema di rendicontazione attraverso l’utilizzo di un innovativo sistema informatico.

«Nella sanità del Lazio sta cambiando tutto», commenta Zingaretti. «Dopo l'approvazione dei piani operativi per la rete ospedaliera abbiamo iniziato gli investimenti nel settore sanitario e oggi abbiamo siglato un protocollo storico. Ci siamo dati tempo da oggi a settembre, lavoriamo e dimostriamo che il Lazio non è più la cenerentola dei sistemi sanitari ma sta diventando tra i sistemi sanitari potenzialmente più virtuosi».