Troppe diseguaglianze. È ora di rivedere il Titolo V della Costituzione

Riforme

Troppe diseguaglianze. È ora di rivedere il Titolo V della Costituzione

di Sabrina Valletta
L'Italia è un Paese a 21 velocità in cui la disponibilità delle cure e l’accesso ai farmaci non sono uguali per tutti. Così si comincia a parlare di riforme

Rivedere il Titolo V della Costituzione. Ne sono convinti quanti hanno partecipato agli "Stati Generali della Salute: Art. 32", una giornata organizzata dall'Associazione Culturale Onlus "Giuseppe Dossetti" che da anni si oppone al federalismo sanitario "malato", che dal 2001 "affligge" l'Italia.

La giornata si è aperta aperta con le parole di Giuseppe Dossetti:  «Esiste il diritto alla resistenza contro i pubblici poteri che violano le libertà fondamentali». Il suo obiettivo dichiarato è quello di creare una rete composta da tutti gli attori della Sanità e di mettere a punto il documento di indirizzo per una proposta di revisione del Titolo V della Costituzione e per il rispetto dell'Articolo 32.

Quello descritto durante gli Stati Generali è un Paese a 21 velocità, in cui la disponibilità delle cure, l’accesso ai farmaci e le prestazioni sanitarie non sono uguali per tutti, come sottolinea anche Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Sanità del Senato: «Credo sia arrivato il momento di mettere mano alla riforma del Titolo V della Costituzione, perché la sanità non può essere affidata a 21 “stati” autonomi, che non comunicano con lo Stato e con uno Stato che non comunica con loro al di là della Conferenza Stato-Regioni. La diversità è una ricchezza, ma la difformità è un'altra cosa perché diventa disuguaglianza». 

Ad annunciare, poi, che gli Stati Generali «resteranno aperti, perché è necessario che lo Stato si focalizzi sulle necessità di ogni singolo cittadino», è Claudio Giustozzi, segretario dell'Associazione intitolata a Giuseppe Dossetti, che da dieci anni si occupa di sociale. La frammentazione del Servizio sanitario nazionale genera discriminazioni, oltre a mettere a rischio la tutela dell'articolo 32 della Costituzione, per questo è «urgente riformare il titolo V. E’ inammissibile che si venga curati in modo diverso da regione a regione, oppure che a seconda della residenza si abbia diritto a determinati farmaci». Giustozzi denuncia, ad esempio, il fatto che «un medicinale innovativo in alcune regioni può arrivare anche 50 mesi dopo rispetto a un'altra».

E poi c’è il nodo Livelli essenziali di assistenza (Lea), che «risalgono a 14 anni fa, nel frattempo il mondo è cambiato e tra i pazienti si è creata una grande disuguaglianza. Da una parte ci sono quelli relativamente fortunati, che hanno una delle 485 patologie rare inserite nei Lea - spiega Giustozzi - dall'altra ci sono quelli con una delle altre migliaia di patologie rare esistenti, ma la cui assistenza non è prevista dai Lea. Persone, quindi, che non hanno diritto al rimborso delle cure». Inoltre, sottolinea il segretario dell’Associazione, «persino i Lea attualmente previsti vengono garantiti solo in alcune delle regioni italiane, e ciò è inammissibile. Per questo abbiamo inviato una diffida al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin».