Troppi farmaci ai nostri bimbi

FARMACI

Troppi farmaci ai nostri bimbi

di redazione
Il Rapporto Osmed-Aifa visto dai pediatri. Si usano più farmaci nei bambini tra 0 e 4 anni che nei giovani e adulti tra i 15 e 44 anni. Continua l'impiego inappropriato degli antibiotici

Nonostante le campagne promosse anche dall'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, crescono il consumo e l'inappropriatezza prescrittiva per quanto riguarda alcune categorie di medicinali, in particolare gli antibiotici, specie nei bambini.

Non riusciamo propria a metterci in testa una verità semplice che ha ricordato nei giorni scorsi il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, «alcuni scenari clinici non giustificano l'uso di antibiotici», come, per esempio, le infezioni alle vie respiratorie che per oltre l'80% hanno «una causa virale e non batterica e quindi gli antibiotici non sono efficaci per trattarle». A sottolineare, ancora una volta l'impiego inappropriato (e perciò controproducente) di alcuni medicinali anche nelle fasce d'età più giovani è la Federazione dei medici pediatri (Fimp), commentando i dati del Rapporto OSmed-Aifa 2013 presentato nei giorni scorsi.

Altro aspetto rilevato dalla Fimp è che, sebbene il costo dei farmaci di uso pediatrico faccia registrare una diminuzione, consumi e spesa sono in lieve aumento. Ancora: nei bambini della fascia di età 0-4 anni, la prevalenza d’uso è superiore alla fascia di età 15-44 anni. Oltre ai consumi (1,7 dosi al giorno la media italiana) anche la spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è complessivamente in aumento ed è arrivata a 26,1 miliardi di euro, facendo segnare globalmente un +2,3% rispetto al 2012. Il 70,4% del costo , spiega il Rapporto Osmed, è stato a carico del Ssn, anche se l’incidenza per la pediatria della spesa farmaceutica territoriale sulla spesa totale è bassa (2,16%, tra 0 e 14 anni).

La maggiore spesa sul territorio per l’età pediatrica è per gli antimicrobici (la quinta più prescritta in tutte le età). Il 41% della popolazione tra 0 e 4 anni riceve almeno una prescrizione di antibiotico durante l’anno, ma con significative differenze tra le le diverse aree geografiche (maggiori al Sud).

Il profilo dei consumi di farmaci in età pediatrica registra anche un altro fenomeno a rischio di inappropriatezza: il 28% dei bambini tra 0 e 4 anni riceve almeno un farmaco per l’apparato respiratorio con un incremento dei consumi del 1,1% rispetto all’anno precedente. Il 15% riceve un preparato ormonale, rappresentato in primo luogo da glucocorticoidi e poi da ormoni tiroidei utilizzati per il trattamento precoce dell’ipotiroidismo subclinico.

Il primo principio attivo prescritto in Italia, per tutte le fasce di età, è il paracetamolo (in Austria e Germania è al 36° e 53° posto rispettivamente).

Una nota positiva, segnala la Fimp, è il trend in crescita dell’uso di vaccini che registrano complessivamente un 13,7% postivo. L’aumento, precisa la Federazione, è dovuto soprattutto alla commercializzazione di nuovi vaccini per l’età pediatrica tra cui antimeningococco e antivaricella, il cui costo è, finora, sostenuto per lo più dalla spesa privata. In «preoccupante calo» (-8%) è invece il vaccino antipapillomavirus, «su cui sarebbe necessario promuovere attività di promozione e counseling». D'altronde, osservano i pediatri, la sicurezza dei vaccini è stata ribadita dai dati del rapporto di farmacovigilanza: a fronte di un aumento di segnalazioni di eventi avversi provocati da farmaci del 47%, rimane stabile il numero di segnalazioni riguardanti i vaccini.

«Resta tuttavia aperto – sottolinea infine la Federazione - il problema già segnalato da Fimp, della disponibilità di farmaci registrati in formulazioni pediatriche, su cui il direttore dell’Aifa, ha auspicato si possano realizzare studi clinici attraverso campagne di sensibilizzazione della popolazione».