L’appello dei reumatologi: garantire diagnosi precoci per dare la terapia giusta al paziente giusto

Il congresso

L’appello dei reumatologi: garantire diagnosi precoci per dare la terapia giusta al paziente giusto

di redazione

Diagnosi precoci, terapie personalizzate, accesso alle cure. Sono i tre diritti che i reumatologi rivendicano per i loro pazienti e di cui si è discusso nel corso della 58esima edizione del Congresso nazionale della Società Italiana di Reumatologia a cui hanno partecipato oltre 1.500 specialisti da tutta Italia. 

Il 40 per cento degli oltre 5 milioni di italiani affetti da una malattia reumatologica è costretto ad abbandonare il lavoro dopo aver aspettato anni prima di una diagnosi (nel caso della fibromialgia possono passare 7 anni ).

Proprio per aumentare consapevolezza dell’importanza della diagnosi precoce nelle malattie reumatologiche, la SIR ha promosso una campagna nazionale che valorizza il ruolo del reumatologo. «Vogliamo e dobbiamo intervenire sul ritardo diagnostico di alcune specifiche condizioni. Pensiamo ai 7/8 anni di attesa media per la spondilite. Abbiamo perciò voluto realizzare una grande operazione educazionale con i farmacisti di Federfarma Servizi perché godono del rapporto fiduciario con i cittadini e sono la cassa di risonanza naturale per una disseminazione capillare di conoscenza in ambito reumatologico. Abbiamo già realizzato i primi corsi di formazione per i farmacisti che, nel secondo segmento dell’operazione, nel corso di tutto il 2022, si interfacceranno con milioni di potenziali malati, con cui potranno condividere numerosi opuscoli sulle principali malattie reumatologiche», annuncia Marco Gabini, segretario generale della SIR. 

La diagnosi precoce è il presupposto necessario della terapia personalizzata. «La destinazione finale è la medicina di precisione che ha l’obiettivo di identificare l’approccio terapeutico migliore per la gestione del singolo paziente affetto da una determinata malattia. Il suo principale prerequisito è l’identificazione di caratteristiche correlate all’esito favorevole di un determinato trattamento: biomarcatori clinici o molecolari o di imaging, che consentano di stratificare i pazienti e prevedere la risposta», dichiara Gian Domenico Sebastiani, presidente eletto della SIR. 

Negli ultimi anni, per esempio, si è assistito all’introduzione di trattamenti innovativi per l’artrite reumatoide che hanno prodotto un miglioramento drammatico della prognosi, con la possibilità di mandare in remissione la malattia. 

«La sfida attuale è identificare quali caratteristiche molecolari sono correlate alla risposta individuale a un dato farmaco. Utilizzare farmaci mirati può inoltre portare a un consistente risparmio di risorse economiche», specifica Sebastiani.

L’altro tema annoso è l’accesso alle terapie. «I farmaci biosimilari sono un passo avanti nell’abbattimento dei costi, ma non li abbiamo a disposizione per tutti i farmaci disponibili e, pur sicuri ed efficaci, non sono indicati per tutti i pazienti da trattare. La problematica di farmaco-economia è molto importante per la sostenibilità del nostro SSN, ma ciò non deve andare a discapito del miglior trattamento per ciascun paziente. I problemi legati alla prescrizione per i pazienti devono essere superati, in virtù dell’interesse superiore che tutti dobbiamo avere per la loro salute», sottolinea Roberto Gerli presidente nazionale.