Eparina per ridurre il rischio di mortalità per Covid-19

Lo studio

Eparina per ridurre il rischio di mortalità per Covid-19

di redazione

Il trattamento con eparina si è associato a una riduzione del rischio di mortalità del 60% nei pazienti Covid-19 sotto i 59 anni rispetto a quelli che non la ricevevano.

È quanto risulta dallo studio START- COVID-19, progetto tutto italiano nato da un’idea della Fondazione Arianna Anticoagulazione e Italfarmaco.

Lo studio ha analizzato le cartelle cliniche di 1.135 pazienti ricoverati per Covid-19 tra l'1 marzo e il 30 giugno 2020 nei reparti di degenza ordinaria dei trenta Centri italiani cha hanno partecipato alla ricerca.

Tra gli obiettivi principali dello studio, quello di documentare l’effetto dei farmaci anticoagulanti-antitrombotici, come appunto le eparine, sull’evoluzione clinica del Covid-19. A questo scopo, sono state raccolte le informazioni disponibili dalle caratteristiche cliniche dei pazienti (età media 71 anni), inclusi i dati di laboratorio, gli eventi trombotici arteriosi e venosi, il tipo e il dosaggio dei trattamenti effettuati durante il ricovero, l’evoluzione clinica dei pazienti con Covid-19 e l’andamento dei parametri della coagulazione.

I pazienti che hanno ricevuto il trattamento anticoagulante-antitrombotico erano “più gravi”, cioè presentavano contemporaneamente un numero di malattie maggiore rispetto a quelli che non hanno ricevuto il trattamento. Tuttavia, racconta Daniela Poli del Careggi di Firenze, centro coordinatore dello studio «la mortalità è risultata significativamente minore nei pazienti che hanno ricevuto il trattamento, e che erano anche “più gravi”, rispetto a quelli che non lo hanno ricevuto. Suddividendo la popolazione per gruppi di età – precisa - abbiamo documentato che tra i pazienti di età più avanzata, tale differenza era ancora più ampia».

«Siamo molto lieti dei dati che abbiamo ottenuto dallo START-COVID-19 su un outcome così importante come la mortalità in una popolazione di pazienti ad alto rischio, considerate anche le comorbilità associate» commenta Gualtiero Palareti, professore di Malattie cardiovascolari all’Università di Bologna e presidente di Arianna Anticoagulazione. «Questo rappresenta un ulteriore importante tassello nella gestione delle complicanze della coagulazione nei pazienti colpiti da Covid-19 – aggiunge - e ci permette di guardare al futuro in maniera più ottimistica».

«Siamo molto orgogliosi dei risultati ottenuti dallo studio START-COVID-19 – assicura infine Paolo Zambonardi, amministratore delegato di Italfarmaco - perché grazie ai questi dati di “real word” sarà possibile migliorare ulteriormente la gestione estremamente complessa dei pazienti Covid- 19 nelle diverse fasi della malattia».