Ictus: la stimolazione transcranica migliora il recupero motorio

Studio italiano

Ictus: la stimolazione transcranica migliora il recupero motorio

di redazione
Il cervelletto ha una funzione fondamentale nell’apprendimento degli schemi motori e della capacità di svolgere azioni complesse. Invece di stimolare direttamente le aree del cervello danneggiate dall’ictus, i ricercatori hanno stimolato la “centrale” dell’apprendimento delle attività danneggiate

Dopo un ictus, la stimolazione magnetica transcranica, aggiunta ai trattamenti tradizionali di neuroriabilitazione, migliora il recupero della capacità di cammino e dell'equilibrio. 

È questo il risultato di una sperimentazione svolta dall’équipe del Laboratorio di Neuropsicofisiologia Sperimentale della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Neurology

Il gruppo, guidato da Giacomo Koch, lavora da tempo all’utilizzo della stimolazione magnetica transcranica in ambito neuroriabilitativo, per esempio nel tentativo di recupero della memoria in pazienti con malattia di Alzheimer. 

Stimolare la centrale dell'apprendimento

Il questa nuova ricerca il team ha applicato stimolazione magnetica transcranica al cervelletto. La sperimentazione ha coinvolto 36 pazienti: la metà trattati con stimolazione magnetica transcranica del cervelletto per tre settimane, il restante gruppo di controllo con sedute di fisioterapia tradizionale.

La scelta del cervelletto non è casuale: si tratta infatti di un’area anatomica del cervello che riveste una funzione fondamentale nell’apprendimento degli schemi motori e della capacità di svolgere azioni complesse, ma sembra coinvolta anche nello sviluppo di funzioni cognitive come il linguaggio, la memoria e l’attenzione nonché nella regolazione delle nostre risposte a stati di paura e piacere.  

«Questa funzione di regia che svolge il cervelletto è stata lo spunto da cui è nata la sperimentazione», ha spiegato Giacomo Koch. «Anziché stimolare direttamente le aree del cervello danneggiate dall’ictus cerebrale, siamo andati a stimolare, per così dire, la “centrale” dell’apprendimento delle attività danneggiate. Per questa sua stessa natura il cervelletto è anche una delle sedi principali della plasticità cerebrale, ovvero quella capacità del nostro cervello di riorganizzarsi in nuove reti neurali in risposta al danno subito. Volevamo stimolare il cervelletto, per verificare possibili ricadute positive a cascata sulle aree cerebrali a cui viene poi demandata l’attuazione e il controllo delle funzioni apprese». 

Cammino ed equilibrio

Gli effetti della stimolazione sono stati verificati dal gruppo di ricercatori mediante analisi del cammino ed esami di neurofisiologia, che hanno permesso di registrare un effettivo aumento dell’attività neurale nell’area parietale posteriore del cervello, importante per il controllo del cammino e dell’equilibrio. 

Ciò ha prodotto un miglioramento di cammino ed equilibrio superiore del 20% rispetto al gruppo di controllo.

«Il loro cammino è diventato più sicuro e hanno ristretto anche la base di appoggio degli arti inferiori come conseguenza di un baricentro migliorato», conclude Koch.