Ictus, parola d’ordine: tempestività

Giornata mondiale

Ictus, parola d’ordine: tempestività

di redazione

Il 29 ottobre si celebra in tutto il mondo la Giornata dell’Ictus Cerebrale (World Stroke Day), patologia che solo in Italia ha interessato 1 milione di persone lasciando strascichi in almeno la metà di essi. Un numero ancora più elevato di persone, prevalentemente anziane, presenta una patologia vascolare silente che ne riduce le capacità mentali e le funzioni motorie. 

La Società Italiana di Neurologia (SIN) coglie l’occasione della Giornata Mondiale per ricorda la necessità di un intervento tempestivo: «Oggi un paziente colpito da un ictus anche grave può tornare a condurre una vita normale in pochi giorni, a patto che  arrivi rapidamente in ospedale e venga ricoverato presso una Stroke Unit», ricorda Domenico Inzitari, Direttore della Stroke Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze e Professore Ordinario presso la Clinica Neurologica dell'Università di Firenze. «Esiste la possibilità di disostruire rapidamente le arterie cerebrali chiuse da un trombo o da un embolo, usando  farmaci somministrati per via endovenosa (trombolisi) o mediante microcateteri che asportano il coagulo direttamente dalle arterie colpite. Il risultato migliore si ottiene quando il paziente viene trattato entro 60 minuti; in ogni caso l’arrivo in ospedale non dovrebbe superare le 4 ore e mezza».