La sigaretta elettronica è utile per smettere di fumare

Lo studio

La sigaretta elettronica è utile per smettere di fumare

di redazione

Un fumatore su due può abbandonare l’uso della sigaretta tradizionale con una significativa riduzione del danno respiratorio grazie a un uso guidato della sigaretta elettronica. È la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco ASL TO 2 di Torino che hanno monitorato l’uso dell’e-cig in 34 forti fumatori resistenti ad ogni tipo di intervento di cessazione al fumo.

Il numero del campione è troppo esiguo per trarre conclusioni definitive, ma lo studio fornisce informazioni importanti sull’utilizzo del dispositivo allo scopo di smettere di fumare.

«Per prendere decisioni sulla sigaretta elettronica studi come questi sono importanti e necessari perché consentono di comprendere i limiti e le opportunità offerte da questo strumento», afferma il commissario straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi. «Questo studio mostra in particolare l’importanza di usare la sigaretta elettronica come strumento di disassuefazione in ambito sanitario. La sua efficacia, infatti, è legata al suo corretto uso che permette, nei forti fumatori, di assimilare la giusta quantità di nicotina per evitare nel paziente tossicità da eccesso o crisi di astinenza».

Lo studio ha riguardato 34 fumatori, 18 uomini e 16 donne, di età media di 40 anni, che consumavano circa 20 sigarette al giorno da almeno venti anni, reclutati al centro Antifumo dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. I partecipanti allo studio venivano visitati esaustivamente e veniva misurato il monossido di carbonio nell’espirato quale marcatore dell’assorbimento dei prodotti di combustione della sigaretta.  A tutti è stato proposto l’uso della sigaretta elettronica in sostituzione delle normali sigarette. L’equipe sanitaria forniva ai partecipanti un kit completo con il device elettronico, i caricabatterie per ricaricare il device e una serie di liquidi contenenti nicotina, scelti dal fumatore in base alle sue preferenze sugli aromi. I sanitari insegnavano inoltre ai fumatori il corretto utilizzo del device, insegnavano cioè come si assorbe nicotina dalla sigaretta elettronica senza incorrere in crisi astinenziali o iperdosaggi.

«Già dopo il primo mese di studio, il 74% dei partecipanti utilizzava la sola sigaretta elettronica, un 18% fumava sia la sigaretta elettronica che 1-5 sigarette normali e solo un 8% dei partecipanti continuava a fumare le normali sigarette», spiega Fabio Beatrice, direttore Centro Antifumo San Giovanni Bosco di Torino. «Chiaramente i fumatori di elettronica e i fumatori misti presentavano un valore di monossido di carbonio nell’espirato significativamente più basso, raggiungendo i livelli cosiddetti normali (0,3-0,5%) presenti nella popolazione non fumatrice».

«Con questo studio abbiamo dimostrato inoltre che il metabolita plasmatico della nicotina, la cotinina, aveva concentrazioni simili a quelle di partenza nei tre gruppi, indicando che i fumatori di “elettronica” erano capaci di assumere tutta la nicotina necessaria per evitare il fenomeno di “craving” ossia la crisi di astinenza», aggiunge Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell’ISS. «Dopo quattro mesi dall’inizio dello studio, un 50% dei partecipanti allo studio usava esclusivamente la sola sigaretta elettronica,  un 24% si dichiarava fumatore misto ed  un 26% tornava ad essere fumatore di sole sigarette di tabacco. Tuttavia in questi ultimi due gruppi è presente una riduzione significativa del numero di sigarette quotidiane con una conseguente diminuzione significativa, anche nei fumatori puri, del monossido di carbonio nell’espirato e pertanto una significativa dell’indicatore di danno polmonare». 

Il prossimo passo dello studio, attualmente in preparazione, prevede la riduzione scalare della quantità di nicotina assunta, sotto la guida del personale sanitario, al fine di arrivare ad una riduzione significativa anche del danno a carico del sistema cardiovascolare. 

Ma resta una domanda: se ai 34 fumatori fossero state offerte invece delle sigarette elettroniche le tradizionali strategie di disassuefazione dal fumo, quali sarebbero stati i risultati?