Tumori femminili e menopausa: come recuperare qualità di vita e benessere

Il convegno

Tumori femminili e menopausa: come recuperare qualità di vita e benessere

di redazione

Per le donne è un appuntamento fisiologico segnato in calendario dalla natura generalmente intorno ai 50 anni. Ma la menopausa può in molti casi, scombinando la canonica agenda dei cambiamenti del corpo femminile, arrivare fuori programma. Accade, per esempio, a quelle donne sottoposte a un trattamento per il carcinoma mammario o per altri tumori sensibili agli estrogeni a cui viene indotta la menopausa per scopi terapeutici. Con tutte le conseguenze che ciò comporta. Questo il tema al centro del convegno “Donne in menopausa e tumori femminili: come recuperare benessere e qualità di vita” (Roma, 28 marzo), organizzato su iniziativa di Maria Rizzotti, Vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, in collaborazione con le associazioni Onda e Susan G. Komen Italia e con il supporto non condizionante di Shionogi.

Tra le conseguenze della menopausa c’è la comparsa, spesso in forma grave ,dei sintomi tipici dell’atrofia vulvo-vaginale (Avv): secchezza, irritazione, perdita di elasticità e dolore durante i rapporti sessuali. L’Avv interessa circa una donna su due in menopausa con un impatto significativo sulla qualità di vita e sull’intimità di coppia, ed è spesso accompagnata da veri e propri problemi dell’apparato urinario (cistiti ricorrenti, infezioni vaginali e incontinenza urinariauna condizione cronica che è causata dalla progressiva modificazione della struttura del tessuto vaginale e vulvare e perdita di lubrificazione, in conseguenza della carenza di estrogeni). Nei prossimi giorni, ha annunciato Maria Rizzotti,  verrà depositata in Senato una mozione che impegna il Governo a promuovere adeguate iniziative di sensibilizzazione ed informazione sull’atrofia vulvo-vaginale, sia nei casi di menopausa fisiologica che in quella indotta nelle donne con una storia di tumore al seno.

«Purtroppo l'Avv è una patologia ancora sottovalutata e sotto diagnosticata: il 63 per cento delle donne non sa che è una condizione cronica destinata a peggiorare con il passare del tempo; il 75 per cento si aspetta che siano i medici ad iniziare la discussione sui sintomi menopausali e la salute sessuale, ma i dati raccolti suggeriscono che questo si verifica soltanto nell’11 per cento dei casi  – afferma Rossella Nappi, professoressa del Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell’Università di Pavia, Clinica Ostetrica e Ginecologica, Irccs Policlinico S. Matteo; membro del Direttivo della Società Internazionale della Menopausa (Ims) – È così anche per le donne che hanno una storia oncologica alle spalle e per le quali la menopausa prematura può avere un impatto ancora più forte soprattutto se in giovane età».