Cani, iguane, tartarughe e rettili in casa? Attenzione alle infezioni trasmissibili

Il Congresso Simit

Cani, iguane, tartarughe e rettili in casa? Attenzione alle infezioni trasmissibili

di redazione

Accanto agli infettivologi questa volta ci sono anche i veterinari. Sì perché al XV Congresso Nazionale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) che si chiude oggi 19 ottobre a Baveno, oltre all’antibiotico resistenza, all’Hiv, alle epatiti virali e alle malattie tropicali, è previsto un focus sugli animali domestici e le patologie che possono essere trasmesse all’essere umano. In primis la leishmaniosi. 

Animali domestici

L’epidemia umana scoppiata a Madrid negli anni scorsi, veicolata da pappataci a partire da un gruppo di lepri di lepri di un parco pubblico, ci deve servire da monito perché la malattia è molto diffusa tra gli animali domestici del nostro Paese. «Malattia del cane, che ne é il principale serbatoio - spiega spiega Massimo Galli, Vicepresidente della Simit, Professore Ordinario di Malattie Infettive all'Università di Milano - la leishmaniosi é presente in Italia soprattutto nelle aree mediterranee e della costa, ma si è diffusa recentemente, nel migliore amico dell'uomo, anche nelle regioni del Nord».

Chi invece rompe tradizionali e sceglie come animali da compagnia rettili, tartarughe o iguane deve stare ancora più attento. 

«Le feci di questi animali  - spiega Galli - albergano di regola salmonelle in grado di infettare anche l'uomo. I ratti domestici, divenuti di recente di moda, in Inghilterra e in Danimarca sono stati segnalati portatori del virus Seul, responsabile della febbre emorragica coreana con sindrome renale. Mettersi in casa un animale selvatico poco noto può riservare brutte sorprese. L'anno scorso sono stati segnalati in Germania tre decessi in persone il cui unico punto in comune era essere allevatori di un grazioso scoiattolo dell'America Centrale (Sciurus variegatoides) che a loro ha passato un virus precedentemente sconosciuto, e a maggior ragione mai osservato dall'uomo, che ha a loro causato una encefalite mortale. Lo scrigno di Pandora è ancora e sempre pieno». 

Attenzione alla zecche 

I due casi segnalati in Spagna di Febbre emorragica Congo - Crimea meritano una riflessione introduttiva al tema delle infezioni emergenti. «Va sottolineato - rassicura Galli - che la specie di zecche implicata nella trasmissione di questa malattia non è mai risultata, al di sotto delle Alpi, portatrice del virus. Esiste quindi, e si spera resista, una separazione geografica e probabilmente biologica, tra le zecche "italiane" e quelle di Spagna e dell'Europa Orientale. Speriamo quindi di poterne restar fuori, anche se è sicuramente opportuna una intensificazione della sorveglianza. Siamo già invece interessati da un'altra malattia virale trasmessa da zecche, l'Encefalite da Zecche, di cui si sono già stati registrati numerosi casi nelle regioni del Nord est del Paese e per la quale esiste un vaccino efficace. Attenzione anche all'infezione da virus West Nile trasmesso dalle zanzare comuni e presente da tempo, in particolare in Pianura Padana».