Morbillo: in Italia 1.387 casi in un anno. In Europa va peggio solo in Romania

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Morbillo: in Italia 1.387 casi in un anno. In Europa va peggio solo in Romania

di redazione
Al via fino al 30 aprile la Settimana Mondiale dell’Immunizzazione “Vaccines work” promossa dell’Oms. Flavia Bustreo, Vicedirettore Oms: «Basta bufale e ingiustificati allarmismi, i vaccini sono sicuri e vantaggiosi. Prioritario tornare a promuoverli».

L’allarme è giustificato dai numeri: in Italia nell’ultimo anno si sono registrati 1.387 casi di morbillo. Dopo la Romania, al primo posto con 2.702 infezioni, siamo il Paese europeo più contagiato. Basta guardarsi intorno per capire  quanto sia grave la situazione: 365 casi in Germania, 145 in Polonia, 126 in Francia, 105 in Svizzera, 92 in Belgio, 89 in Austria, solo per citare quelli con le maggiori incidenze. Sono solo alcuni dei più recenti dati che verranno diffusi in occasione della Settimana Mondiale dell’Immunizzazione #VaccineWork,  promossa dall’Oms fino al 30 aprile.

Il caso Italia

Le statistiche più recenti avvertono che ci troviamo di fronte a un preoccupante “caso Italia”: a dicembre 2016 i casi registrati erano 90, a novembre 84, 76 a ottobre, 56 a settembre, mentre a gennaio 2017 si registrano 265 casi e a febbraio 419. Proviamo a metterla in un altro modo per vedere l’effetto che fa: dei 6186 casi registrati in tutta la regione europea, quelli italiani rappresentano da soli oltre il 22 per cento del totale.

Cambia il modo di leggere i numeri, ma lo scenario rimane ugualmente poco roseo.

«Abbassare i livelli di copertura vaccinale – commenta Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale, Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - permetterà il ritorno di malattie mortali che avevamo debellato. Tra il 2000 e il 2015 il vaccino ha impedito 20,3 milioni di morti nel mondo, ma gli ultimi dati dimostrano che è quanto mai urgente tornare a promuovere con efficacia, determinazione e, soprattutto, chiarezza i benefici della vaccinazione». 

Perché vaccinarsi è importante

In occasione della Settimana mondiale delle Vaccinazioni l’Oms ricorda l’importanza delle vaccinazioni in  5 punti:  

  1. L’immunizzazione attraverso lo strumento dei vaccini è il modo più sicuro per proteggerci dalle malattie
  2. Anche quando si crede che il rischio di infezioni sia basso, è sempre meglio essere vaccinati
  3. I vaccini combinati sono sicuri e vantaggiosi
  4. Non c’è nessuna correlazione tra vaccini e autismo
  5. Se smettiamo di vaccinarci, malattie mortali debellate ritorneranno. 

Il morbillo nel mondo

Nel mondo 19,4 milioni di bambini non sono ancora protetti dai vaccini contro malattie prevenibili, tra cui il morbillo che resta una delle cause principlai di morte in età infantile. Nel 2015 ci sono state nel mondo 134.200 morti a causa di questa malattia infettiva, nella maggior parte dei casi in bambini al di sotto dei 5 anni, circa 367 morti ogni giorno, 15 morti ogni ora. Tra il 2000 e il 2015 si stima che la vaccinazione ha prevenuto circa 20.3 milioni di morti, favorendo un calo dei decessi per morbillo del 79 per cento. Nel 2015 circa l’85 per cento dei bambini nel mondo ha ricevuto una dose di vaccino contro il morbillo entro il primo anno di vita, nel 2000 la copertura era del 73 per cento. 

Ma non basta. Ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiono ancora a causa di malattie che potrebbero essere prevenute con i vaccini. I progressi sono troppo lenti: dal 2010 a oggi l’aumento della copertura globale è stata appena dell’1 per cento.

Le popolazioni vulnerabili esistono in tutte le nazioni. Dei 10,7 milioni neonati che nascono ogni anno in Europa, circa 650 mila non ricevono la serie completa delle tre dosi di vaccino contro difterite, tetano e pertosse nel primo anno.

«L’immunizzazione – continua Flavia Bustreo -  è uno degli strumenti più efficaci a disposizione della sanità pubblica, in termini di capacità di salvare vite umane, e più in generale avere enormi benefici anche economici sull’intera società. Secondo le nostre stime, ogni dollaro investito in immunizzazione restituisce 16 dollari in risparmi sanitari».