Ordini dei medici in campo per sfatare i falsi miti sui vaccini

Incontri

Ordini dei medici in campo per sfatare i falsi miti sui vaccini

di redazione

Utilizzare immagini shock sull'esempio di quelle utilizzate sui pacchetti di sigarette per mostrare i danni che le mancate vaccinazioni possono provocare.

Su questa proposta si sono trovati d'accordo gli esperti intervenuti al convegno “Vaccinazioni oggi” promosso dalla Federazione degli ordini dei medici e odontoiatri (Fnomceo) sabato 25 giugno a Roma.

«Diffondere informazioni correttive per convincere a vaccinare è efficace con gli esitanti -osserva Andrea Grignolio, filosofo della Scienza e docente all’Università la Sapienza di Roma - ma non con gli antivaccinisti radicali che, presi dalla difesa delle proprie opinioni, non ascolteranno. È più utile ed efficace sostituire i (falsi) timori verso i vaccini con la paura (reale) dei rischi correlati alle malattie».

Perchè magari non tutti lo sanno, ma di malattie infettive si muore ancora anche in Italia: Leila Bianchi, pediatra del Meyer di Firenze, ricorda il caso di Anna, uccisa a meno di un mese d'età dalla pertosse contratta dalla mamma. «I genitori non hanno una reale percezione del rischio: le malattie infettive non fanno più paura – ribadisce Abbrignani, direttore scientifico dell’Istituto nazionale di genetica molecolare - perché, grazie alle vaccinazioni, sono meno diffuse di un tempo. E invece non dobbiamo abbassare la guardia, perché basta un niente per farle riesplodere. Ma all’irrazionalità delle paure verso i vaccini serve poco contrapporre i nostri freddi numeri e grafici. Dobbiamo combattere le emozioni con le emozioni». Il problema di fondo, secondo Carlo Manfredi, responsabile scientifico del convegno - è che in Italia manca una cultura scientifica. La scienza non è democratica: non può essere fondata sulle opinioni, ma sulla forza delle dimostrazioni».

Oltre all’ormai arcinota vicenda dell’ex medico inglese, radiato dall’Ordine, che diffuse la falsa notizia del presunto legame tra vaccino per morbillo, rosolia, parotite e autismo (legame che non c'è), i dubbi più frequenti riguardano gli eccipienti utilizzati nei vaccini. Ma il mercurio, per esempio, non è praticamente più utilizzato, mentre l’alluminio, difficilmente eliminabile, è presente in quantità minime: basti pensare, come spiega Bianchi, che quello assunto con un vaccino è al massimo 4 mg e quello ingerito in un solo giorno con il latte materno è più del doppio: 10 mg; che salgono fino a 40 se il bambino è alimentato con i latti formula e addirittura a 120 con il latte di soia. «Quanto alle reazioni allergiche – esemplifica la pediatra del Meyer - il rischio di svilupparne una con un vaccino è inferiore a quello di diventare presidente degli Stati Uniti».

Una volta smontati i falsi miti, i ricercatori hanno presentato le sfide per il futuro: quella di eliminare le disuguaglianze di salute nell’accesso ai vaccini, perorata da Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, e quella dei vaccini contro i tumori, che potranno ritardre di oltre dieci anni (e forse più) l’insorgenza di un carcinoma alla prostata o al seno, di cui ha parlato Rino Rappuoli, Chief Scientist e Head External RD GSK Vaccines, uno dei massimi esperti mondiali di vaccini.

«Poter ritardare l'insorgenza di un tumore con un vaccino è qualcosa di magico» dice Roberta Chersevani, presidente Fnomceo. «Ma dobbiamo pensare al presente – aggiunge - ai casi di poliomielite che riesplodono non solo in Siria ma anche in Paesi con condizioni igieniche avanzatissime e lavorare per diffondere la cultura delle vaccinazioni».

Infine la proposta del vicepresidente, Maurizio Scassola, di dare l'esempio e il prossimo autunno vaccinare pubblicamente tutto il Comitato centrale Fnomceo contro l’influenza.