A Sydney i primi trapianti con cuori "morti"

Chirurgia

A Sydney i primi trapianti con cuori "morti"

di redazione

Un team di chirurghi australiani ha annunciato di aver trapiantato con successo dei cuori che avevano cessato di battere per 20 minuti. Si tratterebbe del primo caso al mondo di trapianto di cuore "morto", in genere infatti queste operazioni utilizzano l'organo che ancora batte prelevato da un paziente in cui sia accertata la morte cerebrale.

I trapianti sono stati eseguiti negli ultimi due mesi al Saint Vincent Hospital di Sydney su tre pazienti vittime di arresto cardiaco. Due di questi, un uomo e una donna, si sono già ripresi bene e il terzo è ancora in terapia intensiva. A rendere possibili le operazioni una speciale tecnica, frutto della collaborazione del St Vincent con il Victor Chang Cardiac Research Institute: i cuori donati sono stati alloggiati in una console portatile, la "Heart in a box", e sommersi in una soluzione di conservazione sviluppata dagli specialisti. Il macchinario, in fase di test in diversi paesi, consente al cuore del donatore di essere collegato a un circuito sterile che ripristina il battito del cuore e lo mantiene caldo.

Secondo i ricercatori, la tecnica potrebbe far aumentare del 30% il numero dei cuori disponibili per un trapianto e dare la possibilità di trapianti cardiaci in molti paesi del mondo in cui la definizione di morte non è la morte cerebrale ma quella cardiaca.