Autismo, il vaccino trivalente assolto ancora una volta

Falsi miti

Autismo, il vaccino trivalente assolto ancora una volta

di redazione
Uno studio su quasi 100 mila bambini statunitensi scagiona per l'ennesima volta il vaccino trivalente dall'accusa di provocare l'autismo. I risultati sono apparsi sul Journal of American Medical Association

Non c'è nessuna correlazione tra il vaccino trivalente, quello contro morbillo, parotite e rosolia, e l'insorgenza dell'autismo, neanche nei soggetti più a rischio come quelli che hanno un fratello maggiore autistico. La scienza lo dice già da un po' di tempo senza però riuscire a convincere i più diffidenti. Una nuova smentita della falsa credenza, ormai molto diffusa e difficile da scardinare, che vuole i vaccini colpevoli di provocare il disturbo autistico nei bambini, arriva questa volta dalle pagine del Journal of American Medical Association (Jama). Uno studio ponderoso, oltre 95 mila bambini coinvolti, che ha permesso ai ricercatori del Lewin Group di ottenere nuove evidenze scientifiche che scagionano ancora una volta il vaccino trivalente.

Lo studio, finanziato dal National Institute of Mental Health, dai National Institutes of Health e dal U.S. Department of Health and Human Service, è nato proprio con l'obiettivo di rassicurare quei genitori preoccupati, specie quelli che hanno già un autistico in casa, e che alla fine finiscono per non vaccinare i figli mettendo a rischio l'intera comunità.

Per questo i ricercatori hanno preso in considerazione un vasto campione di bambini statunitensi con fratelli più grandi, alcuni dei quali già affetti da autismo e altri sani. In totale 95.727 bambini, 1.929 dei quali avevano un fratello maggiore autistico. Nel corso del periodo di osservazione, 994 bambini hanno ricevuto diagnosi di autismo, 134 (6,9%) dei quali avevano un fratello autistico mentre 860 (0,9%) avevano un fratello sano.

Essere stati vaccinati o meno non ha fatto nessuna differenza. Prendendo in analisi il tasso di vaccinazione, infatti, i ricercatori hanno visto che risultava dell'84% (78.564) per i bambini con fratelli non autistici a 2 anni di età e del 92% (86.063) a 5 anni. Più bassi invece nei piccoli che avevano un fratello autistico, probabilmente per i timori dei genitori: 73% all'età di 2 anni e 86% all'età di 5 anni. Il tasso di vaccinazione inferiore non ha comunque impedito ai bambini del gruppo ad alto rischio di sviluppare l'autismo.

I ricercatori hanno concluso quindi che il vaccino morbillo-parotite-rosolia non è in alcun modo associato a un aumentato rischio di autismo a qualsiasi età, indipendentemente dal fatto che i fratelli maggiori dei bambini abbiano o meno l'autismo.

«Coerentemente con gli studi su altre popolazioni, non abbiamo osservato alcuna associazione tra la vaccinazione morbillo-parotite-rosolia e aumento del rischio di autismo», hanno detto gli autori dello studio. «Non abbiamo trovato alcuna evidenza che ricevere 1 o 2 dosi di vaccino sia associato a un aumentato rischio di autismo tra i bambini con fratelli maggiori già malati».