Ballare in perfetta sincronia con gli altri? È questione di testa

Mente e cervello

Ballare in perfetta sincronia con gli altri? È questione di testa

di redazione
Individuata l’area del cervello che permette di coordinare il movimento tra esseri umani. Lo studio della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia su Nature Communications

Coordinare i propri movimenti a quelli degli altri non è sempre facile. Prendiamo il ballo, c'è chi è proprio negato a danzare con una partner e chi invece riesce a raggiungere una sincronia perfetta per non pestarsi i piedi a vicenda, come i ballerini di tango.

Se fate parte della prima categoria, d'ora in poi potrete dire che è tutta colpa del vostro cervello, in particolare del solco intra-parietale anteriore sinistro. È qui che i ricercatori dell'Università La Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma hanno individuato la sede del coordinamento, che ci permette d’integrare l’azione di un partner nel nostro piano motorio.

La scoperta potrà in futuro contribuire a «far luce su processi d’interazione umana più complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva», afferma Matteo Candidi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia della Sapienza e alla fondazione Santa Lucia.

Nello studio, apparso su Nature Communications, i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Un movimento minimo, ma che ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale, cioè il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi.

Nel corso dell’esperimento la reattività di specifiche aree cerebrali dei volontari è stata inibita attraverso una stimolazione cerebrale non invasiva. E qui si è scoperto quale parte del cervello che ci permette di agire in modo coordinato con gli altri: inibendo il solco intra-parietale anteriore (aIPS), la capacità di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non diminuisce, invece, la capacità d’imitazione dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l'interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione.