Basta con le statine negli anziani

La provocazione

Basta con le statine negli anziani

di Michele Musso
La presa di posizione degli autori di un articolo sul Bmj open farà discutere: il colesterolo Ldl non è un fattore di rischio per malattie cardiovascolari nella popolazione anziana e quindi i farmaci per abbassarne i valori sono inutili. Le repliche sono già pronte

Avevamo imparato a riconoscerlo come un nemico della nostra salute, una pericolosa minaccia per il cuore e il sistema circolatorio. Il colesterolo Ldl si porta dietro da decenni una fama di “cattivo” che raramente è stata messa in discussione. Eppure potrebbe trattarsi di una reputazione sbagliata. 

Almeno così sostengono gli autori di una ricerca appena pubblicata su Bmj open   destinata a far discutere perché in un colpo solo fa piazza pulita delle precedenti radicate convinzioni: l’Ldl, dicono gli scienziati, non è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari nelle persone over 60 e quindi le terapie a base di statine non servono a nulla. 

La squadra di lavoro internazionale ha analizzato i risultati di una serie di studi che hanno coinvolto 68 mila persone. Ebbene, di prove contro l’Ldl non ne hanno trovate. Anzi, i ricercatori si sono imbattuti in dati statistici inaspettati: il 92 per cento delle persone sopra i sessant’anni con livelli alti di Ldl non sono morte prima di quelle con Ldl nella norma.

«Visto che le persone anziane con un livello alto di colesterolo Ldl vivono tanto a lungo se non di più di quelle con livelli bassi, le nostre analisi forniscono ragioni valide per mettere in discussione l’ipotesi colesterolo». 

E non finisce qui: «Il nostro studio fornisce ragionevoli motivi per rivalutare le linee guida  che raccomandano i farmaci per ridurre l’Ldl nelle persone anziane».

L’indice accusatorio si sposta quindi sulle statine: «i benefici delle terapie con le statine vengono esagerati», affermano.

Come prevedibile lo studio ha già iniziato  a far discutere. 

Jeremy Pearson, direttore associato della British Heart Foundation ha dichiarato all’Indipendent che questi risultati non lo hanno colto di sorpresa: «perché con l’avanzare dell’età molti altri fattori incidono sulla salute generale rendendo l’impatto del colesterolo alto difficile da individuare». Secondo lui questa ricerca non mette in discussione il consolidato paradigma: i bassi livelli di Ldl riducono il rischio di morte in generale e di attacchi di cuore e ictus a prescindere dall’età. 

Insomma, la battaglia sull’Ldl non sembra destinata a finire presto. Anche perché uno degli autori dell’articolo sul Bmj, il cardiologo inglese Aseem Malhotra non è affatto intenzionato ad abbandonare la sua campagna controcorrente fatta di dichiarazioni del tipo «mangiate grassi se volete dimagrire».